Emergenza Omi, lavoratori proclamano stato di agitazione

“In questo periodo di crisi sono molte le fabbriche che soffrono in termini occupazionali e che chiudono o delocalizzano, ma se la crisi non investe un’azienda allora ci prova letteralmente il territorio: la OMI di Lacedonia è una delle poche realtà a non risentire della crisi e che, anzi, investe in un periodo così buio per l’economia e l’industria, ma (perché c’è sempre un ma in Italia) rischia la chiusura perché un movimento franoso a monte dell’opificio rischia di bloccare tutte le attività produttive innescando una serie di problematiche a catena”. E’ quanto afferma attraverso una nota Luca Ciaffa, rsu della Fiom Cgil.
“La OMI – prosegue Ciaffa – lavora per Alenia e Agusta oltre ad aver investito nell’ultimo periodo nello sviluppo di nuove tecnologie per l’eolico e stà chiudendo dei contratti per delle commesse direttamente con delle aziende degli Stati Uniti e anche solo una settimana di blocco della produzione non solo significherebbe mettere i lavoratori in cassa integrazione (dopo che nell’ultimo mese la stessa è aumentata del 250% nella provincia di Avellino), ma vorrebbe dire perdere le varie commesse per i ritardi che si andrebbero ad accumulare buttando il lavoro di 30 anni alle ortiche e mettendo in mezzo alla strada 70 lavoratori.
Per questo motivo, come RSU, abbiamo richiesto ed ottenuto un’assemblea dei lavoratori presso l’aula consiliare del Comune di Lacedonia; questa assemblea si è tenuta nel pomeriggio di oggi ed erano stati invitati i seguenti enti per capire quale fosse la posizione degli stessi visto che tale situazione si trascina da più di 5 anni:
CONSORZIO ASI;
PROTEZIONE CIVILE DI AVELLINO;
GENIO CIVILE;
PREFETTURA DI AVELLINO;
AUTORITA’ DI BACINO;
PRESIDENTE DELLA COMUNITA’ ALTA IRPINIA;
PRESIDENTE DELLA PROVINCIA;
VIGILI DEL FUOCO
Nonostante l’invito formulato mercoledì 15 dicembre e nonostante la gravità del problema nessuno degli enti si è fatto vivo ed inoltre nessuno, ad esclusione del Genio Civile, ha dato segno di adesione o impedimento come avevamo d’altronde richiesto.
“Visto la gravità della situazione e la mancanza di risposte da parte delle istituzioni la RSU – conclude Ciaffa – ha proclamato lo stato di agitazione nonostante il sostegno del Sindaco di Lacedonia e nonostante la convocazione di una conferenza di servizi per il giorno 21 dicembre”.

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