Avellino-Rocchetta e progetto Caldaia Sicura: i quesiti di Russo

“Ho presentato nell’ultima seduta di Consiglio Provinciale del 23 dicembre scorso una richiesta di svolgimento di un Consiglio Provinciale straordinario monotematico che affronti il problema della “soppressione della tratta ferroviaria Avellino-Rocchetta”. Io ritengo il Consiglio Provinciale il luogo deputato a discutere delle varie questioni, dei vari problemi che attanagliano il nostro territorio”. E’ quanto afferma il consigliere provinciale del Partito Democratico, Franco Russo. “Il consesso provinciale rappresenta tutta l’Irpinia, sia politicamente che geograficamente ed istituzionalmente, ed è il luogo in cui si devono condurre le sacrosante battaglie in difesa degli attacchi portati a tanti settori della vita della comunità provinciale.
Io esprimo la più assoluta opposizione, la più assoluta contrarietà alla chiusura della Avellino-Rocchetta. Un atto di incredibile miopia politica ed economica, che tarpa le ali ad una delle più belle realtà del territorio irpino, che da anni va avanti senza bisogno di alcun tipo di pubblicità, ma solo grazie alla passione ed all’amore di turisti che restano affascinati dal suo percorso che diventa, col macinare dei chilometri, un vero e proprio quadro dell’Irpinia del bello, del buono e del produttivo. La linea voluta poco prima del 1900 da Francesco De Sanctis è riuscita a sopravvivere, ed adattarsi con lo sforzo di tanti appassionati, anche al terremoto del 1980, che rischiava di farla cadere in disuso. Ora è il luogo di eventi speciali, promossi dall’associazione “in loco motivi” guidata con grande cuore e spirito combattivo da Pietro Mitrione insieme ad altri amici. La tratta attraversa quella che è di fatto la filiera del vino avellinese, passando per i territori dei 3 grandi DOCG irpini, ma anche delle zone di natura incontaminata che è possibile osservare semplicemente sedendosi su quel treno e volgendo lo sguardo al finestrino. E’ assolutamente incredibile che si decida di chiudere un’attrazione che ha dimostrato, negli anni, di funzionare benissimo e con pochi mezzi, ma che, soprattutto, sarebbe capace di produrre benessere e ricchezza se le si destinassero investimenti finalizzati ad un uso che funga da collettore di eventi culturali e turistici sul territorio e per il territorio. Bisogna con ogni mezzo impedire la soppressione della tratta ferroviaria e far continuare la manutenzione della linea. Bisogna recuperare il progetto della regione Campania che inizialmente interessava 36 comuni, poi allargati a 44 e che prevedeva anche, se non ricordo male, la riqualificazione della stazione sciistica del Laceno. Bisogna ripartire dalla difesa di questa tratta ferroviaria per rilanciare la “questione Irpinia” in ambito nazionale e regionale; bisogna far accendere i riflettori sul nostro territorio ed attrarre risorse, investimenti. Bisogna che arrivi a Roma ed a Napoli, in modo chiaro e netto la voce dell’Irpinia che è stanca di subire tagli indiscriminati e vuol far sentire, tutta intera, la propria rabbia, la propria indignazione. Ora affronto un altro problema importante, importantissimo che è quello dei 29 lavoratori, addetti al progetto “Caldaia Sicura” dell’amministrazione provinciale. Questi ragazzi, tutti molto giovani, rischiano di perdere il loro posto di lavoro, in un momento così difficile per la nostra economia. Questi 29 ragazzi, in possesso di adeguato titolo professionale, hanno garantito, per quattro anni, la sicurezza ai cittadini della nostra provincia dimostrando grande serietà, grande professionalità, grande competenza. Il progetto “Caldaia Sicura” è iniziato anni addietro durante la Presidenza dell’on. Alberta De Simone. La Amministrazione provinciale è obbligata per legge ad effettuare servizio di verifiche, di controlli sugli impianti termici dei paesi della nostra provincia tranne per quelli della città capoluogo che questo servizio lo assicura da sola. Questo servizio di verifiche e controlli è interrotto da mesi perché il contratto a questi 29 ragazzi è scaduto il giorno 15/09/2010. Di conseguenza tantissimi impianti termici del territorio provinciale rimangono senza alcun controllo, senza alcuna verifica. Ricordo a me stesso che la Provincia deve effettuare per forza queste verifiche, questi controlli perché ha già ricevuto le autocertificazioni della popolazione inerenti i bienni 2007-2008 e 2009-2010. La Provincia, per questa azione di verifiche e controlli sugli impianti termici del territorio provinciale, deve tra l’altro, ancora recuperare una somma di circa 1.000.000 (un milione) di Euro da parte di cittadini morosi che non hanno versato la propria quota per questi controlli. Questi ragazzi, a turno ed a titolo completamente gratuito, in questo mese di dicembre hanno collaborato con i funzionari della Provincia per tentare di recuperare le somme dovute dai cittadini morosi, somme che sarebbero state molto utili per pagare il compenso a questi 29 lavoratori. Adesso, la Provincia, sembra faccia orecchie da mercante e sembra non abbia intenzione di rinnovare il contratto a questi giovani lavoratori; io però pongo delle domande:
A) questi ragazzi devono per forza essere licenziati? Devono per forza essere buttati in mezzo alla strada? Secondo quale criterio?
B) Si vuole davvero mandare a casa questi ragazzi e poi sostituirli con altri? Sarebbe ridicolo immaginare di far fuori dei giovani per sostituirli con altri giovani. Questa Provincia diventerebbe una sorte di tritacarne politico-occupazionale.
C) Cui prodest? A chi giova tutto questo? Perché non si trova una soluzione interna continuando ad assicurare lavoro a questi giovani? Ricordo che questi 29 lavoratori sono in possesso di una qualifica professionale che pochi altri hanno.
D) Se in questo periodo, in cui non vengono effettuati i controlli agli impianti termici, dovesse capitare qualche incidente, a chi sarà attribuita la colpa, a chi sarà attribuita la responsabilità tecnica, morale e politica?
Io termino questo intervento, in favore di questi giovani lavoratori, con due richieste precise alla Amministarzione provinciale:
1) attivare immediatamente tutti gli atti amministrativi che consentano di riprendere i controlli di sicurezza alle caldaie;
2) garantire, senza alcun dubbio, senza alcuna ombra, senza SE e senza MA, garantire ripeto la continuità occupazionale a questi giovani”.

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