“L’accordo di Mirafiori è un salto di qualità, se così si può dire, anche rispetto a quello precedente di Pomigliano. In entrambi i casi – afferma Gennaro Imbriano di Sinistra Ecologia e Libertà – le newco vengono utilizzate dalla Fiat come clave per demolire i diritti individuali e collettivi, a partire dal diritto di sciopero e dal contratto nazionale. Non si tratta, come qualcuno disse riferendosi alla vicenda dello stabilimento campano, di un caso isolato ma di una complessiva strategia. Una strategia che mira ad accrescere i profitti comprimendo i diritti individuali e collettivi e aumentando lo sfruttamento. Ma a Mirafiori si va addirittura oltre il modello Pomigliano. Marchionne vuole cancellare il diritto a contrattare, e persino a essere rappresentato, per il sindacato che ha il coraggio di dissentire. La rappresentanza è considerata accettabile solo se è non è conflittuale. Così non solo si prova a cancellare il contratto collettivo nazionale ma anche la democrazia nei luoghi di lavoro”. “Di fronte a tutto questo -aggiunge l’esponente vendoliano- sono imbarazzanti i silenzi di certi settori del Pd e preoccupano decisamente certe dichiarazioni marchioneggianti. Perchè l’alternativa al berlusconismo non può che passare per due grandi questioni: la democrazia e il lavoro. Altro che il modello Mirafiori. L’alternativa deve indicare al Paese un sistema di regole democratiche fondate sul diritto delle lavoratrici e dei lavoratori di votare con referendum gli accordi che li riguardano, di poter eleggere liberamente i propri rappresentanti sindacali”. “In questo quadro, lo sciopero generale -conclude Imbriano- è come l’ossigeno, è una necessità. E’ una spinta straordinaria per costruire davvero l’alternativa al berlusconismo. Ben venga, allora, lo sciopero appena proclamato dalla Fiom”.