Pale eoliche, anche in Irpinia strage di rapaci

Ancora polemiche sulle gigantesche pale eoliche presenti nei comuni di Aquilonia e Monteverde, che stanno causando non pochi problemi per molti volatili, in particolare alla cicogna nera dell’Ofanto. Questi giganteschi mulini a vento sono la causa della morte di tanti rapaci, che vanno a frantumarsi nelle pale.
E’ pur vero che l’energia prodotta dalle pale eoliche è energia pulita, ma vale sicuramente la pena soffermarsi sui problemi che queste provocano all’ambiente e al regno animale. Al riguardo è intervenuto il responsabile della Lipu (Lega Italiana Protezione Uccelli) di Foggia, Enzo Cripezzi, che è impegnato appunto nel dare una mano a questi uccelli. Cripezzi spiega cosa succede ai volatili quando si trovano davanti queste pale eoliche: “Gli esperti sanno bene che questi impianti industriali producono due effetti: uno “diretto”, quello delle collisioni, e l’altro “indiretto”, forse più subdolo e silenzioso, con il disturbo e la sottrazione di spazi determinati per il rifugio, gli spostamenti, la riproduzione o l’alimentazione, sia per le specie stanziali che per quelle migratrici. E quandi si tratta di specie rare come rapaci, cicogne, pipistrelli, la questione può diventare drammatica con l’accelerazione del declino, fino alla scomparsa, rendendoci tutti più poveri”.
Entra poi nello specifico, parlando di cosa succede nell’Irpinia: “La situazione Irpina è davvero drammatica – continua Cripezzi – come quella del Sannio Beneventano e dei Monti Dauni, non solo per quello che vediamo ma ancor più per quello che sta per approssimarsi per la valanga sconsiderata di progetti presentati e già in istruttoria, anzitutto presso la Regione, deputata a raccogliere tutti i pareri e ad autorizzare i progetti. Dell’Irpinia non rimarranno che i ricordi e la vergogna per un territorio che meritava più rispetto. La Campania diventerà una immensa piantagione di pale, senza ritegno. Ad Aquilonia sono state autorizzate 4 torri eoliche di grossa taglia, oltre a quelle già autorizzate in passato, quindi un colpo di grazia. Ancora peggio a Monteverde dove sono ben 9 le torri gigantesche che figurano nell’autorizzazione appena rilasciata e che andrebbero ad alterare una delle aree più importanti per la biodiversità in Italia, un gioiello per tutta la regione. Insomma stiamo parlando di una zona che ospita due delle dieci coppie di Cicogna nera presenti in tutt’Italia, il 20% della popolazione”.
Sulle possibili soluzioni il responsabile della Lipu conclude: “Almeno per le aree più preziose e ormai residue, a cui demandare il compito di testimoniare alle future generazioni cosa era la ruralità dell’Irpinia e del Mezzogiorno, la Regione può, moralmente “deve”, aprire una seria e urgentissima trattativa volta a salvare il salvabile anche con gli estremi poteri in regime di “autotutela” in capo all’amministrazione pubblica. E’ indispensabile che la Regione adotti urgentemente, entro l’anno, un provvedimento serio e restrittivo in attuazione alle recenti Linee Guida nazionali in materia di insediamenti rinnovabili per arginare la valanga di procedimenti ancora in corso che stanno ingolfando da tempo gli uffici”.

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