AVELLINO – In base ai dati dell’ultimo rapporto UIL, il sistema produttivo italiano sta cominciando una timida ripresa. Anche se per la provincia di Avellino i numeri di gennaio 2011, rispetto a dicembre 2010, non sono confortanti. Di certo il raffronto con gennaio 2010 sancisce un miglioramento. Nel mese di Gennaio 2011, le ore autorizzate di cassa integrazione sono state complessivamente 60,3 milioni, coinvolgendo circa 355 mila lavoratori, in diminuzione del 30,3% rispetto a Dicembre 2010. La diminuzione ha coinvolto indistintamente tutte e tre le gestioni: la CIGO è diminuita del 14,6%, la CIGS del 44,9% e la CIG IN DEROGA del 16,8%.
Dal confronto del primo mese del 2011 con lo stesso mese dell’anno precedente, le ore autorizzate sono complessivamente diminuite del 25,5%, riduzione che ha caratterizzato le tre gestioni (la Cigo è diminuita del 48,9%, la Cigs del 9,2% e la Deroga del 3,6%).
-Confronto Dicembre 2010/Gennaio 2011
Nel mese monitorato, la diminuzione della cassa integrazione, rispetto al mese di dicembre 2011, ha investito le 3 macro aree (rispettivamente del 31,1% il Nord, del 45,6% il Centro e del 15,8% il Mezzogiorno).
In valori assoluti è il Nord, con complessive 35 Milioni di ore, ad assorbire il 58,1% del totale delle ore del mese, seguito dal Mezzogiorno (16,6 Milioni di ore) e dal Centro (8,7 Milioni). Nella regione Campania la diminuzione rispetto a dicembre 2010 è del 38,9%. In provincia di Avellino, invece si registra, ancora un + 23%.
-Confronto Gennaio 2010/Gennaio 2011
Dal confronto con Gennaio 2010, solo il Mezzogiorno ha registrato un aumento delle ore di cassa integrazione (più 42,9%), mentre al Nord ed al Centro vi è stata una diminuzione rispettivamente del 41,5% e dell’8,1%.
La Campania ha registrato, nel confronto tra gennaio 2010 e gennaio 2011 un aumento del 43% di ore di cassa integrazione. Mentre la provincia di Avellino, rispetto allo stesse mese dello scorso anno, ha incassato un -31%.
“I dati del mese appena trascorso – ha spiegato il segretario provinciale della Uil Franco De Feo -, sembrano mostrare una tendenziale ripresa del sistema produttivo. La valutazione completa sarà possibile, però, solo alla luce del dato sul cosiddetto “tiraggio”, cioè delle ore realmente utilizzate dalle imprese. E’ anche necessario leggere questi dati con i movimenti in entrata e, soprattutto, in uscita dell’occupazione dipendente per capire quanto il calo delle ore richieste di cassa integrazione sia da attibuire ad una reale ripresa del mercato o quanto sia dovuto alla presenza di una forza lavoro ridotta all’interno delle aziende interessate dagli ammortizzatori sociali. La riduzione delle ore richieste non deve, però, far abbassare la guardia rispetto ad una crisi che ha colpito e sta ancora interessando moltissimi lavoratori. E’ quindi importante definire rapidamente un’intesa Governo-Regioni che estenda la Cassa Integrazione in deroga anche per il 2011, continuando a salvaguardare posti di lavoro in attesa che la crisi volga alla fine.
Dare una scossa all’economia significa mettere al centro dell’agenda nazionale lo sviluppo del Mezzogiorno e affrontare la vera emergenza di questa parte del Paese: il lavoro che manca. Sono passati ormai 4 anni, da quando un Consiglio dei Ministri annunciò il Piano per il Mezzogiorno con una dote di 100 miliardi di euro, di cui oltre 47 miliardi di Fondi Europei. Ebbene, ad oggi, dei Fondi Europei è stato speso soltanto l’8,2%, mentre dei Fondi per le aree sottoutilizzate (FAS) per il periodo 2007-2013 le risorse stanziate non sono state utilizzate per tale scopo. Scandalosa la situazione della Campania che ha realizzato impegni di spesa pari al 9,5% ed ina spesa effettiva del 3,6%.
E’ prioritario – ha concluso De Feo -, e non più rinviabile, un forte impegno a favore dello sviluppo del Mezzogiorno sia del Governo che delle Regioni, con una migliore programmazione e selettività degli interventi in grado di dare una speranza agli oltre 500 mila giovani in cerca di un’occupazione. È necessario, quindi, concentrare ed utilizzare velocemente le risorse e incentivare le imprese sane che rispettano le regole e le leggi, che assumono donne e giovani, attraverso il credito d’imposta occupazione.
Queste misure, insieme, alle grandi infrastrutture strategiche, sono l’unica strada da imboccare per dare una risposta concreta ai problemi del Sud. Sarebbe questo un modo emblematico per festeggiare degnamente tutti insieme i 150 anni dell’Unità di Italia”.