Morsa: “Addio a Carmine, artista incomprenso”

“Ciao Carmine, artista incompreso. Qualsiasi possa essere la circostanza e il modo in cui viene a mancare una persona giovane, si tratta sempre e comunque di una immane tragedia che toglie il respiro e lascia, più o meno tutti senza parole”. Sul suicidio dell’operaio Fma di Atripalda, interviene Giuseppe Morsa, delegato Fiom all’interno dello stabilimento di Pratola Serra. “La convinzione comune – aggiunge – è che un giovane non può e non deve morire. La morte di Carmine è difficile da accettare. Ognuno, quando se ne va, lascia un vuoto incolmabile : nel luogo dove vive, fra gli affetti più vicini, i parenti, gli amici e i conoscenti. Questo vuoto Carmine lascia in chi , come me lo ha conosciuto, frequentato e rispettato. È difficile per me dedicare qualche riga al mio collega Carmine che se n’è andato in silenzio, lui che ha riempito di parole, dette a voce e scritte, la nostra vita lavorativa negli ultimi 10 anni, ma lo farò perché se lo merita. Carmine era un ragazzo serio, garbato, rispettoso e soprattutto un gran lavoratore. Non sono parole di circostanza che si scrivono per ricordare una persona cara che ci ha lasciati. Ma era proprio così: una brava persona. Ricordo il nostro primo incontro, non fu a lavoro, ma casualmente ci incontrammo a casa di un amico comune e lui subito mi volle parlarmi delle tante sue opere d’arte che era capace di creare. Carmine era anche un bravo falegname. Con orgoglio ci teneva a far sapere che nessun attimo della sua giornata era trascorso senza creare qualcosa. Con lo stesso entusiasmo creava fumetti per raccontare la vita di fabbrica , spesso descrivendo la sua stessa condizioni lavorativa nel suo posto di lavoro, di cui andava fiero. Carmine era anche un attivista sindacale. Spesso abbiamo anche litigato su come bisognava interpretare il nostro impegno all’interno della FMA. Ma lui non portava rancore, dopo una litigata era pronto a ricucire e a ripartire insieme. Ora Carmine se ne andato, non verrà più alla FMA. Non verrà più al sindacato. In una fredda nottata di febbraio è andato via per non fare mai più ritorno. Non si tratta di una trasferta a Termoli, come quella che lo ha portato lontano da noi, lo scorso anno. Carmine andrà montare motori o a riparare mobili in un posto lontano dove tutto sarà meno difficile. Non ci sarà più il problema di arrivare alla fine del mese. Forse non ci sarà più la frenesia di un mondo ingiusto che corre senza avere una meta precisa. Ti saluto Carmine, artista incompreso”.

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