PRATOLA SERRA – Ris al lavoro nell’ambito del delitto di Gerardo De Venezia, il quarantenne di Cesinali ucciso a bastonate, caricato sulla sua stessa vettura e infine bruciato nella stessa in località Colle Noci, nelle campagne del comune di Pratola. Nei laboratori del reparto speciale dei Carabinieri di Roma si lavorerà per dare un’identità alle persone presenti nella mattinata del 30 agosto 2009 nel capannone dove secondo le indagini della Procura e dei Carabinieri del Reparto Investigativo dell’Arma fu consumato il delitto di De Venezia. I Ris dovranno anche stabilire a chi appartiene la settima traccia di sangue trovata nel deposito, in uso a Loris Fabrizio. Le sei già riscontrate sono compatibili con quelle della vittima.
L’incarico ai Ris è stato affidato dalla Corte di Assise di Avellino nella mattinata di ieri. Attraverso le tracce del Dna riscontrate nella saliva contenuta sui mozziconi di sigarette ritrovati sul luogo del delitto si potrà risalire alle persone presenti nello stesso. Il Dna dovrebbe appartenere a Loris Fabrizio, attualmente in carcere per l’omicidio De Venezia e ai due giovani che assistirono all’esecuzione, che secondo gli inquirenti è stata la conseguenza di alcuni debiti contratti per questioni di droga. Intanto, ieri mattina in aula sono stati proiettati i filamti del sistema di videosorveglianza interni al Sali e Tabacchi, che i militari hanno utilizzato per ricostruire i momenti precedenti all’omicidio. Uno in particolare mostra Fabrizio consegnare un oggetto, secondo la pm Teresa Venezia si tratta della chiave del capannone, all’altro giovane che aveva assistito al delitto. Uno dei due che poi ha confessato tutto ai militari dell’Arma.
Le immagini ritraggono poi i tre che lasciano l’area antistante il Tabacchi a bordo dell’Audi A4 Station Wagon del De Venezia e Fabrizio che dopo qualche minuto, quando erano da poco passate le undici, che si allontana dal Tabacchi, dove poco dopo giunge invece la moglie. Sono tra l’altro le ultime immagini che ritraggono De Venezia vivo.
