Festa delle donne, Lomazzo: l’occasione per riflettere

“Che la ricorrenza dell’8 marzo sia l’occasione per una riflessione seria e propositiva sulle problematiche che investono le donne in tutti gli ambiti della vita sociale e, soprattutto, nel mondo del lavoro e per l’accesso al mondo del lavoro” . E’ l’auspicio della Consigliera di Parità della Provincia di Avellino, Domenica Marianna Lomazzo, che invita gli attori del territorio a “programmare l’organizzazione di concreti momenti di dibattito costruttivo sulle tematiche che interessano il ruolo della donna nella società. Dalla tutela dell’integrità psicofisica sui luoghi di lavoro, alla promozione e riqualificazione delle donne nel mondo occupazionale, alla lotta alle discriminazioni di genere, alla violenza, allo stalking a danno delle donne”. “Il principio di uguaglianza tra uomini e donne – spiega la Consigliera di Parità – rappresenta, infatti, uno dei cardini fondamentali sia del diritto comunitario sia del diritto nazionale. Non a caso, gli obiettivi dell’Unione Europea in materia di non discriminazione legata al genere hanno lo scopo di assicurare le pari opportunità e l’uguaglianza di trattamento in tutti i campi: dal lavoro, all’economia, al sociale, alle istituzioni. Se è vero che l’Italia vanta una delle più avanzate legislazioni a favore delle donne, è pur vero che permangono problemi strutturali del nostro mercato del lavoro. Ciò vuol dire che molto è stato fatto, ma legislatore, operatori economici e sociali ed istituzioni hanno ancora molte sfide da affrontare”. Il fenomeno è complesso ed investe diverse dimensioni: famiglie, istituzioni pubbliche e mondo del lavoro. Ed è soprattutto sul rapporto donne-lavoro che bisogna accendere i rifettori con più incisività. In provincia di Avellino, secondo i dati forniti dai Centri per l’Impiego, sono 291.112 le persone in età lavorativa di cui 144.472 donne. Nei cinque Centri per l’Impiego della provincia di Avellino, al 1° trimestre 2010, risultano registrate 80.124 unità in cerca di lavoro, vale a dire più del 40% della popolazione appartenente alla fascia di età 15-64 anni ; esaminate, in base al genere, le donne in cerca di lavoro sono 43.486 (54,27%) con una loro presenza particolarmente numerosa presso i CPI di Avellino (63%) e di Grottaminarda (53%). I CPI di S. Angelo dei Lombardi e Calitri registrano quote maschili superiori ma le differenze non sono nette a tal punto da denotare squilibri tra le componenti, in termini di sottorappresentazioni. Al riguardo, è singolare notare che laddove i dati evidenziano una maggioranza femminile, lo scarto rispetto al numero di iscritti maschi è cospicuo. In altri termini, quando si contano più donne tra gli iscritti, l’entità della differenza per genere diventa rilevante (pari a 38,4 e 20,2 punti % rispettivamente per i CPI di Ariano Irpino ed Avellino), mentre non è vero il contrario: nei CPI di Grottaminarda, Sant’Angelo dei Lombardi e Calitri sono più numerosi gli iscritti maschi, ma la differenza numerica non è rilevante. Inoltre secondo l’anagrafe del lavoro 20.319 sono le donne con basso livello di scolarizzazione mentre 16.018 sono le donne in possesso di diploma di maturità e 3.061 le donne in possesso di laurea. E’, inoltre, da considerare allarmante il dato di 25.832 donne con un’età superiore ai 30 anni con una forte difficoltà ad entrare nel mercato del lavoro. “Pasando ad analizzare il dato delle donne che si sono occupate sempre nel 1° trimestre 2010 delle 6.367 donne occupate 3.123 (50% circa) hanno trovato lavoro nel settore afferente ai servizi con contratti di lavoro atipici”. Analizzato anche il dato relativo alla presenza femminile negli ordini professionali della provincia di Avellino: “Particolarmente positivo è risultato il numero relativo alle iscrizioni annuali, evincendosi così che nelle professioni, una volta appannaggio esclusivo dei maschi (medici, architetti, avvocati ecc,ecc), le donne si affermano in maniera significativa”. .La fotografia che emerge dall’analisi del territorio irpino registra dunque una stagnazione del lavoro femminile dipendente. “Infatti, se confrontiamo i dati relativi agli avviamenti registrati presso i centri per l’impiego si evince che mentre 6.428 donne hanno trovato lavoro, 6.620 donne nello steso periodo lo hanno perso”. C’è da registrare, però, in positivo, una significativa competitività da parte dell’imprenditoria femminile. “Un fenomeno di spiccato dinamismo ha interessato negli ultimi anni l’imprenditoria, cosiddetta “al femminile”, intendendosi con tale definizione tutte le imprese con titolari donne o in cui sia ravvisabile una presenza femminile preponderante (maggiore del 50%) di donne tra i soci o gli amministratori”. Le imprese femminili attive iscritte nel registro delle imprese della Camera di Commercio di Avellino, risultano essere, al 2009 dai dati di Unioncamere, 13.667, che costituiscono, il 30,3% dello stock imprenditoriale dell’intera provincia ovvero quasi una impresa su tre ha per titolare una donna, con un rapporto maggiore al dato italiano, evidenziandosi così che il ruolo delle donne nel tessuto imprenditoriale irpino si va decisamente consolidando. Per quanto la netta maggioranza delle imprese femminili sia costituita da ditte individuali (84,5%), è, però, in crescita la quota di imprese dirette da donne, che decidono di avviare la propria attività adottando una formula organizzativa più complessa: infatti 13,4% sono società di persone, l’1,9% società cooperative. Per quanto riguarda le attività economiche, scelte dalle donne, si registra una forte presenza di imprese femminili nel settore dell’agricoltura, pari al 46,17%. Per quanto riguarda gli altri settori d’intervento, il 29,18% delle imprese femminili operano nel settore del commercio e del turismo, il 12,6 % opera nel settore dei servizi, il 7,95% nel settore dell’industria. Permane critica la situazione relativa alla presenza di strutture a supporto della famiglia e di strutture volte a favorire la conciliazione lavoro-famiglia. L’affidamento e la cura dei bambini in età prescolare quindi, continuano ad essere, anche in Irpinia, il primo problema che si pone per le madri che intendono rimanere e reinserirsi nel mercato del lavoro. Infatti, gli asili nido presenti sull’intero territorio della provincia continuano ad essere insufficienti rispetto al fabbisogno delle famiglie. Inoltre, la totale mancanza, nelle aziende, di strutture a sostegno dei genitori e l’uso assai limitato di forme contrattuali flessibili e di progetti incentivanti la flessibilità, dimostrano che la maternità, non ancora assorbita dal mondo del lavoro, continua a presentarsi difficilmente conciliabile con i meccanismi del mercato del lavoro, tanto che è in crescita il fenomeno dell’abbandono del lavoro da parte delle donne dopo la nascita del primo figlio. Significativo risulta essere al rigurado il dato relativo all’anno 2010 registrato dalla Direzione Provinciale del Lavoro di Avellino di dimissioni per maternità ex .D.Lgs.n 151/2001,che è pari a 74 unità.Dato tale scenario, studiare la complessità del ruolo femminile, dentro e fuori il mercato del lavoro, non può prescindere dalla valutazione dei fattori di contesto che circondano le donne. Per cui, risulta necessario considerare, arricchire e proseguire tale analisi socio-economica per poter fornire una guida alla pianificazione di interventi mirati da realizzare in maniera efficiente ed efficace. “Quale occasione migliore, quindi, dell’8 marzo, per dare uno stimolo in più all’indagine sociale, al dibattito, alle proposte concrete?”. Risulta fondamentale, ad esempio, analizzare la modalità con cui la componente femminile interagisce con la locale realtà lavorativa, studiando le caratteristiche e le trasformazioni dell’inoccupazione, della disoccupazione e dell’occupazione femminile nonché della precarietà del lavoro delle donne irpine. Come anche valutare attentamente i fattori di contesto quali il grado di adeguamento raggiunto dai Centri per l’Impiego territoriali rispetto alla riforma dei Servizi per l’Impiego, la caratterizzazione del bacino di utenza raccolto dai Centri provinciali, la presenza di elementi di disagio ed esclusione per la popolazione (dispersione scolastica, disoccupazione giovanile, bassi titoli di studio, debole partecipazione femminile, degrado abitativo e familiare). Insomma: “Abbiamo bisogno di una nuova e diversa organizzazione della società . conclude la Consigliera di Parità della Provincia di Avellino -. Ma per realizzare tutto ciò è necessario combinare tutti gli strumenti disponibili, compresa un’efficace attuazione della legislazione vigente e prevedere l’attiva partecipazione delle parti sociali e delle istituzioni nello studio e nella realizzazione di precisi interventi che favoriscano l’ingresso delle donne nel mercato del lavoro e nei settori produttivi in genere e che eliminino ogni forma di discriminazione tra uomini e donne”.

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