Rifiuti, piano alternativo alle discariche: appello a Caldoro

Da Napoli al Vallo Lauro, ecco l’appello rivolto al governatore della Campania Stefano Caldoro sottoscritto da ambientalisti e intellettuali – tra loro anche Stefano Rodotà – per un piano rifiuti alternativo alle discariche:
“In Campania le discariche realizzate in base alla legge 123/2008 sono fonte di pericolo per la salute e l’ambiente. La legge 123 condanna la Campania ad un diritto diverso da quello delle altre regioni con pesanti deroghe alle leggi italiane ed europee in materia di rifiuti e protezione ambientale, fino a consentire lo smaltimento, nelle discariche per rifiuti urbani, di rifiuti indifferenziati e di scarti contenenti sostanze pericolose. Si genera, così, un percolato tossico che inquina i terreni, raggiunge le falde acquifere e provoca – come evidenziano le inchieste della magistratura – gravi danni alla salute dei cittadini e all’ambiente. L’art. 18, tra l’altro, deroga finanche all’obbligo di impermeabilizzare il fondo delle discariche, rendendo tutte le discariche campane fomite di disastri ambientali. La legge 1/2011, pur sostituendo al termine “emergenza” quello di “somma urgenza”, prolunga, in effetti, lo stato di emergenza, e consente di affidare la realizzazione delle discariche senza bando di gara pubblica e abolisce sia la vera valutazione di impatto ambientale sia i limiti che le ordinanze d’urgenza devono rispettare.
Le discariche di Pianura (Na), Lo Uttaro (Ce), Macchia Soprana e Basso dell’Olmo (Sa), Savignano Irpino (Av) e Sant’Arcangelo Trimonte (Bn) testimoniano il disastro ambientale che tutt’ora continua anche a Chiaiano (Na), come dimostrano le analisi condotte da Franco Ortolani, ordinario di geologia della “Federico II” e che in questi giorni si preannuncia per l’avellinese. In queste condizioni, la realizzazione di altre discariche potrebbe solo perpetuare la violazione delle leggi per cui l’Italia è stata già condannata dalla Corte di Giustizia Europea per non aver «adottato, per la Regione Campania, tutte le misure necessarie per assicurare che i rifiuti siano recuperati o smaltiti senza pericolo per la salute dell’uomo e senza arrecare pregiudizio all’ambiente» (sent. n. C-297/08 del 4/03/2010).
La via per evitare nuove sanzioni europee consiste nel separare la parte umida dei rifiuti dalle altre frazioni. Il Presidente della Regione ha tutti i poteri per emanare un’ordinanza “contingibile ed urgente” per la separazione della frazione umida dei rifiuti dalle componenti secche. Infatti, l’art. 32 della l. 833/1978, recepito dall’art. 4 della legge regionale 13/1985, conferisce alla Giunta regionale e al suo Presidente ampi poteri in materia di igiene e sanità pubblica. La realizzazione di una raccolta differenziata straordinaria secco/umido ridurrebbe entro due mesi i rifiuti indifferenziati almeno del 50-60%, salverebbe la popolazione dai pericoli sanitari legati al marcire dei rifiuti organici abbandonati per strada e scongiurerebbe l’apertura di nuove discariche o l’ampliamento di quelle esistenti. Il Presidente della Regione potrebbe, inoltre:
a) promuovere una legge regionale per incentivare la raccolta differenziata finalizzata al riciclo, sicuro della straordinaria capacità della popolazione che ha raggiunto in pochi giorni, nei quartieri pilota di Napoli, percentuali del 70-75% nella raccolta differenziata porta a porta condotta dall’Asia. L’estensione di tale positivo esperimento a tutta la città è al momento impedita per mancanza di fondi adeguati.
b) Come suggerisce il Coordinamento Regionale Rifiuti Campania, riattivare gli impianti di compostaggio esistenti; creare una rete di piccoli impianti di compostaggio legati al circuito agricolo; riconvertire gli impianti che producono milioni di balle inquinanti in impianti di recupero della materia, così da rendere inutili gli inceneritori e le discariche.
c) Organizzare, infine, una filiera per il recupero dei materiali differenziati, coinvolgendo gli imprenditori che operano in regione nel settore del riciclo dei rifiuti, a vantaggio dell’ambiente e dell’economia del territorio”.
Viste le ultime scoraggianti novità provenienti dal fronte istituzionale campano, Il Gruppo M.A.I.O. prende la decisione di aderire all’Appello (in allegato) lanciato dall’Assise di Napoli e basato sulle proposte del Comitato Regionale Rifiuti (Co.Re.Ri.) per un piano alternativo (virtuoso e realistico) della gestione dei rifiuti, convinti che l’unica via d’uscita dalla “emergenza” campana sia la strategia “Rifiuti Zero”.
Con la speranza che anche altre realtà (istituzionali e non) del vallo di Lauro e del Baianese continuino a mobilitarsi in maniera partecipata e condivisa per la sensibilizzazione e l’azione locale su di un tema così sensibile per le nostre già martoriate terre.

SPOT