Acqua pubblica, le inziative del Comitato “Acqua Bene Comune”

AVELLINO – ” ‘L’acqua è un bene comune dell’umanità’. L’acqua è un diritto fondamentale e inalienabile che deve essere garantito a tutti. Non deve essere considerata un bene economico, assoggettato alle leggi e ai soprusi del mercato e da cui pochi possano trarre beneficio a detrimento della maggioranza.
Di parere opposto è il Governo e infatti nell’articolo 23 bis del decreto legge numero 112 del ministro G. Tremonti nel comma 1, si afferma che la gestione dei servizi idrici deve essere sottomessa alle regole dell’economia capitalistica. Ma le regole dell’economia capitalistica non garantiscono che tutti possano avere libero accesso all’acqua e senza acqua non c’è vita e se solo chi può pagare, ha diritto all’acqua, significa che gli altri non ne hanno diritto”. Si esprime così in una nota il Comitato ‘Acqua Bene Comune’ di Avellino. “L’acqua è e deve essere di tutti e non si può privare del diritto alla vita i poveri che non possono pagare la bolletta. Questo è successo a Zingonia (Bergamo), dove i gestori privati dell’acqua l’hanno tagliata ai cittadini morosi che naturalmente erano i più poveri e fra questi c’erano anche migranti. Acqualatina, (Veolia, la più grande multinazionale dell’acqua) che gestisce l’acqua di Aprilia, ha deciso nel 2005 di aumentare le bollette del 300%! Oltre quattromila famiglie da quell’anno, si rifiutano di pagare le bollette ad Acqualatina, pagandole invece al Comune. Una lotta lunga e dura di resistenza quella degli cittadini di Aprilia contro Acqualatina!
E’ chiaro che se l’acqua viene assoggettata alle leggi del mercato, questo significa che il gestore ci deve guadagnare e quindi la bolleta diventa sempre più costosa.
E se il gestore deve guadagnare non può occuparsi della manutenzione delle reti ( che è costosa) e spinge i consumatori a consumare di più, così lui guadagna di più. E’ invece l’acqua è un bene prezioso da usare con parsimonia, e la manutenzione delle reti è importante per evitare perdite. Con la gestione privata insomma, ne beneficiano solo i gestori a danno della popolazione. E questo è anche contrario all’articolo 3 della Costituzione che dice che: “E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.
Nel 2010 oltre un milione e quattrocentomila donne e uomini hanno sottoscritto i referendum per togliere la gestione del servizio idrico dal mercato e i profitti dall’acqua. Lo hanno fatto attraverso una straordinaria esperienza di partecipazione dal basso, senza sponsorizzazioni politiche e grandi finanziatori, nel quasi totale silenzio dei principali mass-media. Grazie a queste donne e questi uomini, nella prossima primavera l’intero popolo italiano sarà chiamato a pronunciarsi su una grande battaglia di civiltà: decidere se l’acqua debba essere un bene comune, un diritto umano universale e quindi gestita in forma pubblica e partecipativa o una merce da mettere a disposizione del mercato dei grandi capitali finanziari, anche stranieri. Quindi il 12 e13 giugno non dimenticate di andare a votare. Si voterà per due quesiti: il primo serve per bloccare la privatizzazione imposta dal governo e definitiva consegna al mercato dei servizi idrici. E il secondo quesito serve per abrogare l’articolo che dispone che la bolletta possa aumentare per remunerare i ge stori. L’abrogazione di questa seconda legge impedisce quindi di fare profitti sull’acqua.
Sabato 2 aprile il comitato ‘Acqua Bene Comune’ – Avellino, sarà al mercato di Avellino a fare volantinaggio e a informare la popolazione. Domenica 3 sarà invece in Piazza Umberto I ad Atripalda per spiegare perché bisogna votare si per abrogare queste leggi che impongono la gestione privata dell’acqua e il ritorno del nucleare. Perché si scrive acqua ma si legge democrazia”.

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