Approvato disegno di legge per “quote rosa” nei comuni italiani

Assicurare le pari opportunità nelle procedure per l’elezione dei consigli comunali, garantendo un terzo dei posti in lista alle donne e introducendo il principio della doppia preferenza. E’ quanto prevede il disegno di legge sulle ”disposizioni in materia di pari opportunità nell’accesso agli organi elettivi e al lavoro nelle amministrazioni pubbliche” presentato dalla Ministra per le Pari opportunità, Mara Carfagna, sull’esempio di quanto avvenuto in Campania alle scorse elezioni Regionali per dare adeguata rappresentanza alle donne nelle giunte.
In pratica si introduce l’obbligo di riservare il 33 % dei posti alle donne nelle liste comunali (doppia preferenza di genere) per evitare come è accaduto finora, che ci siano giunte costituite da soli uomini (in Italia il 32% delle giunte è formato da soli uomini). Secondo fonti ministeriali, sarebbero circa 2.000 i Comuni in Italia, dove non è presente nessuna donna. Nei municipi italiani le donne sono solo 23654, il 18,7% del totale. Le sindache sono 880, il 10,9% del totale.
In provincia di Avellino solo 4 sindache ed un misero 11% di presenza femminile nelle giunte e nei consigli comunali. Quattro gli articoli della proposta: L’articolo 1, che ”prevede modifiche all’articolo 71, comma 3, del Testo Unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali, in materia di elezione del Consiglio comunale nei Comuni fino a 15.000 abitanti”. Viene inserito il comma 3-bis che introduce il principio per cui in ogni lista nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura superiore ai due terzi dei candidati, pena l’inammissibilità della lista stessa.
Al comma 5 dell’articolo ”viene riconosciuta in capo all’elettore la possibilità di esprimere una doppia preferenza. Nel caso di espressione di due preferenze, una deve riguardare un candidato di genere maschile e l’altra un candidato di genere femminile compresi nella stessa lista, pena l’annullamento della seconda preferenza”.
L’articolo 2 modifica invece l’articolo 73 del Testo Unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali in materia di elezione del consiglio comunale nei Comuni con popolazione superiore ai 15.000 abitanti. Il comma 1-bis introduce il principio in base al quale in ogni lista nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura superiore ai due terzi dei candidati pena l’inammissibilità’ della lista stessa. Si introduce anche in questo caso, al comma 3 dell’articolo, la doppia preferenza, consentendo così all’elettore di esprimere uno o due voti di preferenza. Nel caso in cui l’elettore decida di esprimere due preferenze, una deve riguardare un candidato di genere maschile e l’altra un candidato di genere femminile della stessa lista, pena l’annullamento della seconda preferenza.
Nell’ articolo 4 sono previste due modifiche all’articolo 57 del decreto legislativo n.165/2001, che disciplina le pari opportunità per l’accesso al lavoro ed il trattamento sul lavoro nelle pubbliche amministrazione, in particolare ”con riferimento alla norma che stabilisce sia riservato alle donne (salva motivata impossibilità, e nel rispetto dei principi previsti dall’articolo 35, comma 3 del d. leg.vo n.165/2001) almeno un terzo dei posti di componente delle commissioni di concorso”.
La Consigliera di parità Domenica Marianna Lomazzo plaude unitamente alla Consigliera supplente Antonella De Angelis, all’iniziativa della Ministra Carfagna, ritenendola “un segnale di apertura in direzione delle pari opportunità e ritenendo lo strumento delle quote rosa, quale azione positiva indispensabile per sbloccare un sistema deficitario in termini di democrazia rappresentativa. Le donne, inoltre, possono portare alla politica e all’ amministrazione una loro specificità e contribuire a lavorare guardando concretamente ai problemi. Nelle amministrazioni locali si è potuto verificare come la presenza delle donne abbia fatto spesso la differenza in termini di efficienza ed efficacia nella gestione del territorio. Mi auguro – prosegue la consigliera Lomazzo – che il DDL porti a superare una crisi di rappresentanza femminile che necessita sicuramente anche di un’attenta riflessione prima di tutto all’interno dei partiti”.

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