Enti locali e società pubbliche: Rossano chiama la Procura

“La partecipazione delle amministrazioni comunali, di cui molte recentemente elette, a numerose società pubbliche dovrebbe avvenire sotto il segno della trasparenza e dell’efficienza. Molte volte, però, gli stessi consigli comunali vengono tenuti all’oscuro di operazioni societarie che coinvolgono il patrimonio degli enti locali”. Lo dice in una nota Claudio Rossano di Merito è libertà. “Prima delle elezioni – aggiunge – si è potuto assistere alla simpatica e virulenta polemica apertasi tra il consigliere regionale dell’UDC ing. Foglia, già Presidente dell’ASI, e l’esponente del PD Lello De Stefano, già Presidente dell’ATO Calore Irpino. Essa nasceva dalla decisione dei vertici dell’ASI che hanno deciso di privatizzare il 10 per cento del consorzio CGS – che svolge attività di gestione e depurazione degli impianti fognari nelle aree industriali del cratere – con una vendita delle quote, in parti uguali, alle società Ecosistem, De Vizia transfer e Apac Casartigiani ambiente. De Stefano, facendo propria la posizione delle principali forze sindacali, ha contestato le procedure messe in atto dall’ASI sotto la presidenza Foglia per la cessione di quelle quote. Ed invero, essendo l’ASI un consorzio formato tutto da enti pubblici, non si comprende come sia stata operata quella cessione di quote societarie, che di fatto dovrebbero essere iscritte nei bilanci dei singoli comuni. Sono stati informati i singoli Consigli comunali delle cessioni di tali quote, cessione peraltro operata senza gara alcuna? Sarebbe davvero interessante notare perché mai in Irpinia non emerge mai nulla su tali anomale procedure messe in atto da società costituite tutte da enti pubblici. Come non ricordare le stesse procedure che videro la nascita delle due società Alto Calore, nascita avvenuta senza che i Consigli Comunali avessero deliberato al riguardo. Su tale gravissima mancanza vi furono anche precise interrogazioni parlamentari, ma nulla in concreto si fece per bloccare quella illegittima trasformazione. Niente hanno mai deliberato i Consigli Comunali sulla repentina nascita della società Alto Calore Bluenergy spa nata nel 2005 tra Alto Calore Patrimonio spa e la società Bluenergy. Dopo aver speso centinaia di migliaia di euro per la costituzione di quella società, per il pagamento degli amministratori, dei revisori dei conti, dei sindaci, oggi quella società non esiste più e le quote di Alto Calore Patrimonio ( senza che i Consigli Comunali venissero minimamente interpellati ) sono state cedute a Bluenergy. Ed è simpaticissimo aprire oggi il sito internet di Alto Calore Patrimonio http://www.acpspa.eu/ . Tra i partner compare AltoCaloreBluenergy ( che non esiste più ) e cliccando su tale voce compare Av Bluenergy Group che nulla ha più a che fare con Alto Calore Patrimonio. Ed è inutile dire che molti dirigenti di Alto Calore Patrimonio – come ben sa il dott. De Stefano – sono stati dirigenti apicali del PD , che all’epoca dei noti fatti agivano in perfetta sintonia con quelli che oggi sono gli avversari dell’UDC. Le stesse forze di centro destra che un tempo hanno condotto una sacrosanta battaglia per il ripristino della legalità e della trasparenza nelle società a partecipazione pubblica oggi sembrano aver dimenticato le ragioni del loro passato impegno. Ed invero nessuno si chiede a cosa serva oggi la società Alto Calore Patrimonio, presieduta – come l’ASI – da un esponente apicale dell’UDC. Di sicuro – come ben sanno gli esponenti politici del PD e dell’UDC – ha procurato un aggravio di costi agli utenti irpini. Ed ancora permane il dubbio di quali beni sia realmente proprietaria Alto Calore Patrimonio spa,. Stranamente molti suoi beni – iscritti nel bilancio societario – compaiono anche nel patrimonio della Regione Campania. E perciò è facile affermare che o è falso il bilancio della Regione Campania o è falso quello di Alto Calore Patrimonio spa. Vorrà la Procura di Avellino sciogliere dopo anni di indagini questo semplice arcano?”.

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