Povertà, Francesca Ruggiero: i tagli causano non poche difficoltà

“Proprio questa settimana dall’Istat si apprende che un italiano su quattro è a rischio povertà; il dato allarmante si somma naturalmente ad una difficoltà crescente registrata nell’ultimo anno nel settore del welfare e dei servizi sociali. I fondi a carattere sociale sono stati pesantemente ridotti negli ultimi anni e ciò è anche quanto emerge dalle previsioni relative agli anni a venire” – lo dichiara Francesca Ruggiero, responsabile provinciale Politiche Sociali PD Avellino. “Il drastico taglio al Fondo Nazionale per le Politiche Sociali – continua Ruggiero – sta facendo subire al settore un forte calo che si ripercuoterà in particolar modo sulle regioni che avevano da circa un decennio avviato un percorso di costruzione della rete dei servizi sociali integrati sul territorio grazie alla legge 328 del 2000. In regione Campania a ciò si aggiunge uno stanziamento pari a zero da parte del governo regionale stesso per il settore, che aggrava ulteriormente la situazione.
Particolarmente grave sul piano del bilancio nazionale è la cancellazione dei fondi destinati alla non autosufficienza prima provenienti dal Fondo istituito con Legge finanziaria del 2007; ammontano infatti a 2,6 milioni i non autosufficienti e per questo triennio la cifra destinata a questo fondo è pari a zero. Ridimensionamenti gravi riguardano anche il Fondo per le politiche della famiglia ; azzeramenti invece riguardano il Fondo inclusione immigrati e servizi infanzia; tagliato il fondo per il servizio civile. Sia i servizi sociali che gli strumenti di protezione del livello di reddito in Italia sembrano essere al di sotto delle altre realtà europee. Del resto l’inadeguatezza dei servizi si ripercuote tanto sul livello di reddito, a volte insufficiente a coprire le spese essenziali in molte famiglie monoreddito e non solo, quanto sul lavoro di cura del nucleo familiare che carica generalmente le donne.
Questi tagli causano non poche difficoltà anche agli enti locali; ciò rende auspicabile che essi siano infatti in grado di assicurare almeno i servizi necessari.
Un altro aspetto non più trascurabile è la condizione di lavoro degli operatori del settore che hanno chiesto per mesi che venga riconosciuto il loro operato e chiesto di percepire lo stipendio. I tagli previsti penalizzano i lavoratori e di conseguenza fasce sociali già deboli per le quali spesso i servizi sociali rappresentano l’unica forma di sostegno. Spesso il Terzo settore si trova a dover sostituire le istituzioni con interventi diretti alle diverse categorie di utenti.
Il disagio sociale che si amplifica a seguito della penalizzazione del settore rischia di sfociare in una seria protesta e mette a rischio il benessere psico-fisico dei cittadini che hanno l’esigenza di beneficiare dei servizi essenziali.
Privare una popolazione del servizio sociale significa smantellare quel poco che ancora i Piani di Zona riescono a garantire nonostante le esigue risorse loro assegnate; le categorie cui sono destinati i servizi sono già prive di altro tipo di tutele e con l’aumento della povertà e del disagio in particolare al Sud Italia il servizio sociale diventa indispensabile.
Data una situazione di tale gravità, durante questa settimana si ripropone per l’ennesima volta sulla stampa della nostra provincia la protesta degli operatori del sociale che in Campania hanno dato vita a più comitati per sollecitare il pagamento degli stipendi arretrati ormai da molto e che non hanno ricevuto altro, in questi mesi, se non promesse vane senza alcun effettivo riscontro che qualcosa stia per essere concretamente fatto.
La protesta è ormai d’obbligo a fronte di una situazione che non registra mutamenti e che sembra veda ormai stabilizzarsi un ritardo nel pagamento degli stipendi che non può ulteriormente essere considerato ammissibile né accettabile. E tutto ciò naturalmente coinvolge di riflesso le categorie che hanno la necessità di beneficiare dei servizi. Il fatto che responsabilmente gli operatori abbiano continuato e continuino a garantire gratuitamente il servizio ad anziani e disabili pur in assenza delle retribuzioni loro spettanti da mesi, non può rappresentare la strada più facile per ignorare il problema continuando a mortificare il loro lavoro e la loro dignità come anche quella dei destinatari dei servizi. Già la riduzione dei fondi destinati al sociale causa non pochi problemi nell’erogazione nei servizi in termini di quantità e di qualità, ma a questo si aggiunge la beffa per cui i servizi in molti casi vengono garantiti solo sulla base di un impegno che può ormai considerarsi “volontario”.
Adesso basta! Nonostante i vari appelli fino ad ora nulla è cambiato pertanto l’indignazione e la protesta sono le naturali conseguenze di una situazione ormai insostenibile. È inaccettabile peraltro – conclude la responsabile provinciale Politiche Sociali Pd Avellino – che a complicare la situazione sia subentrato il blocco del bilancio della regione Campania messo in atto dal governo nazionale, un governo peraltro dello stesso colore di quello regionale; tutto questo fa sì che la paralisi si ripercuota sui Piani di Zona e di riflesso sugli operatori delle cooperative che operano nel sociale. Naturalmente questo concorre ad aggravare la situazione. Il Partito Democratico si sente vicino agli operatori ed agli utenti che sono vittime di questa situazione di stallo e denuncia a gran voce le condizioni in cui questa categoria si trova costretta a prestare il proprio servizio esprimendo agli operatori ed agli utenti la propria solidarietà”.

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