Estorsione ed usura, 5 in manette: tra gli arrestati due irpini

Stamane i carabinieri del nucleo investigativo di Avellino hanno dato esecuzione ad un decreto di fermo del Pm emsso dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Napoli nei confronti di Agostino Sangermano, 32enne nato a San Paolo Bel Sito (NA), Salvatore Guerra, 35enne di Napoli, Michele De Stefano, 47enne di Afragola (NA), Vincenzo Napolitano, 44enne di Mugnano del Cardinale e Andrea Rozza, 51enne di Avellino.
Le persone sottoposte a fermo sono ritenute responsabili di vari fatti di usura ed estorsione aggravati (ad eccezione dei fatti contestati agli irpini Napolitano e Rozza) aggravati dall’articolo 7 L. n. 203/91, commessi ai danni di un imprenditore che, per far fronte ai debiti accumulati nel tempo per gestire le proprie attività commerciali, si è trovato strettoo nella morsa dell’usura da parte di alcune persone legate alla criminalità organizzata locale. L’uomo, inoltre, è stato costretto ad allontanarsi dalla sua residenza per le pressioni e le minacce sempre più frequenti. I fatti sono stati commessi con l’utilizzo del metodo mafioso e con la volontà di favorire l’attività del clan cava, attivo a Quindici, del Clan Russo, che opera nel nolano, e del Clan Moccia, attivo ad Afragola e in alcuni comuni limitrofi.
Secondo gli inquirenti, gli usurai sono Agostino Sangermano (vicino ai clan Cava e Russo), Salvatore Guerra e Michele De Stefano (vicini ad altro clan), Enzo Napolitano e Andrea Rozza, invece, sono ritenuti estranei a contesti di criminalità organizzata.
In particolare, Agostino Sangermano è ritenuto a capo di un gruppo autonomo, riconosciuto e rispettato da tutti i principali sodalizi camorristici della zona ed imparentato con la famiglia Cava. Sangermano era stato inoltre destinatario di un decreto di fermo emesso dal Procuratore della Repubblica di Nola il 24 settembre 2010, rimasto ineseguito (e poi revocato) in quanto l’indagato era riuscito a sottrarsi alla cattura. Successivamente gli atti erano stati trasmessi per competenza alla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli. Il decreto di fermo emesso dalla Procura di Napoli è scaturito dalla meticolosa attività investigativa basata su dichiarazioni testimoniali, intercettazioni telefoniche e ambientali e accertamenti documentali ed è relativa a tre episodi di usura ed estorsione.

SPOT