Frullone: “Fazio non dice nulla di nuovo, noi non ci fermiamo”

“Fazio non dice nulla di nuovo: noi continuiamo a credere nel percorso politico e istituzionale che si è aperto con l’annuncio del decreto di accorpamento al Moscati. Così Salvatore Frullone, sindaco di Bisaccia, all’indomani della visita ad Ariano del ministro della Salute”. Sull’argomento è intervenuto anche Michele Cetta, presidente del Comitato civico contro la chiusura dell’Ospedale Criscuoli. “Sono rimasto – dice – molto colpito dalle dichiarazioni rese ieri ad Ariano Irpino dal Ministro della Salute on. Fazio riguardanti la chiusura dei piccoli ospedali. Certamente non per il futuro degli ospedali di Sant’Angelo e Bisaccia, già chiusi con tanto di decreto regionale; ma perché credo che il Ministro, con “ l’editto arianese”, abbia voluto preannunciare la chiusura dell’ospedale di Solofra, “piccolo” e troppo vicino all’Azienda ospedaliera Moscati considerata dal nostro “punto di riferimento per tutto il territorio. Tornando alle cose serie, anziché alle passerelle di un ministro di un governo morente, vorrei ricordare che l’ospedale Criscuoli di Sant’Angelo, costruito con tecniche antisimiche, ai sensi del decreto n.3685 è considerato struttura strategica di protezione civile in zona ad altissimo rischio sismico e che lo stesso Ministro Fazio nella seduta del Senato n°20 di martedì 19 maggio 2009 nelle “ Raccomandazioni per il miglioramento della sicurezza sismica e della funzionalità degli ospedali “ così parlava: “ l’ospedale sia in grado di offrire assistenza alla popolazione……..il Ministero ha applicato criteri di selezione ,limitando le verifiche su ospedali ubicati in Comuni che ricadono in zone ad elevata pericolosità sismica…….nel caso di emergenza sismica i presidi ospedalieri svolgono un ruolo primario, nella fase immediata dell’emergenza stessa; la loro presenza, soprattutto in territori con morfologie accidentate e viabilità ordinarie inappropriate, è garanzia di ricovero e cura immediata per quella popolazione che altrimenti resterebbe tagliata fuori dai primi soccorsi, che normalmente se funzionanti, sono quelli più efficaci. Questa strategia sanitaria ha conseguenze sulla pianificazione territoriale, dal momento che può segnare lo sviluppo di un territorio, la ripresa economica di zone prive di attività produttive ed in generale scongiurare l’abbandono di zone disagiate come quelle montane, attenuando un fenomeno che in questi ultimi anni si è sempre maggiormente accentuato “.Servizi essenziali in caso di emergenza sismica: traumatologia ed ortopedia, terapia intensiva, pronto soccorso, diagnostica, chirurgia , anestesia e rianimazione, laboratorio di analisi, banca del sangue……..Cosi in Roma, Senato della Repubblica 19 maggio 2009”

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