Solofra, boxer sparato alla testa e poi impiccato

CRONACA SOLOFRA – E’ stato ucciso con un colpo di pistola esploso al centro della testa. La vittima è un boxer. Il cadavere dell’animale è stato poi impiccato ad un albero. Il fatto si è consumato in un fondo terriero alla località Castelluccia alla periferia della cittadina conciaria. Una scena estremamente truculenta. L’animale aveva la sua cuccia all’interno di un fondo privato regolarmente recintato. A fare la macabra scoperta è stata la proprietaria dell’animale. E’ stato il dottore Giulio Ferrara, veterinario, a constatare quanto accaduto. “Quel cane, spiega, l’ho seguito fin da quando era cucciolo. E la proprietaria ha chiamato me quando si è trovata davanti a quella scena. Sulle prime mi è parso che il cane fosse stato impiccato ad un albero e quindi che fosse questa la causa della sua morte. In realtà non era così. Il cane era infatti sospeso all’albero grazie ad una corda attaccata al suo collare. La causa della morte era un’altra”. Sul muso del cane il medico ha notato la presenza di sangue. E sangue c’era anche vicino alla sua cuccia. E proprio vicino alla sua cuccia è stato rinvenuto un bossolo di proiettile. “E’ probabile, spiega il veterinario, che chi si è reso responsabile di un simile gesto si sia avvicinato quel tanto che basta all’animale per esplodere il colpo e che solo in un secondo momento il cadavere dell’animale sia stato sospeso all’albero”. Le motivazioni di questa barbarie sono forse da attribuirsi a delle dispute legate ai confini tra fondi terrieri o forse la presenza del cane arrecava problemi al pascolo degli animali. “Questo episodio, rilancia il dottore Ferrara, testimonia ancora di più come sul territorio di Solofra ci sia nei confronti degli animali, in particolare dei cani, un maltrattamento fortissimo. Quando noi facciamo un esposto denunciando casi di maltrattamento chiedendo l’intervento dell’Asl e dei vigili urbani del comune di Solofra il più delle volte siamo alle prese con rimpalli di competenze che finiscono in un nulla di fatto. Basta invece che ci sia una segnalazione perché un cane abbaia troppo che incominciano ad arrivare controlli e quant’altro”. Il dottore Ferrara lo evidenzia in maniera chiara “non è così semplice appurare che un cane arreca disturbo alla quiete pubblica, occorrono controlli e verifiche”. E poi c’è il fenomeno degli avvelenamenti dei cani. “Qui stiamo parlando di stricnina. Non si tratta di avvelenamenti casuali come potrebbe essere ad esempio per l’accidentale ingerimento di veleno per topi”. Insomma una situazione al limite. In questo contesto c’è da prendere atto dell’opera meritoria che svolgono i volontari dell’associazione “Amici del cane” che in collaborazione con lo studio veterinario del dottore Ferrara si preoccupa di dare asilo e di trovare una sistemazione ai cani abbandonati oppure a quelli che vengono affidati allo stesso veterinario. Il tutto ovviamente a totale carico dei volontari.

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