Boxer giustiziato, l’Enpa pronta a costituirsi parte civile

Prima lo hanno ucciso con un colpo di pistola sulla testa poi lo hanno impiccato a un albero, nelle campagne di Solofra. Vittima di quella che assomiglia a una vera e propria esecuzione è un cane di razza boxer che – secondo le prime ipotesi – sarebbe finito, suo malgrado, al centro di una contesa sui confini tra fondi agricoli. Peraltro, secondo quanto l’Enpa ha appreso, questo non sarebbe il primo episodio di maltrattamento che si verifica nella zona, già nota purtroppo per i ripetuti fenomeni di avvelenamento a danno dei randagi. “Di certo è uno dei più agghiaccianti. L’autore di questo scempio, che non è stato ancora identificato, ha dimostrato la stessa freddezza di un killer professionista”, dichiara l’Ente Nazionale Protezione Animali che aggiunge: “a Polizia e Carabinieri chiediamo di dare un volto e un nome all’assassino, il prima possibile; all’autorità giudiziaria di perseguirlo con la massima severità. Noi siamo pronti a fare la nostra parte non solo costituendoci parte civile, ma anche mettendo a disposizione degli inquirenti la competenza e il know how delle nostre Guardie Zoofile.” Se individuato, l’autore del gesto rischia fino a due anni di carcere. Purtroppo in Campania quello di Solofra non è un fatto isolato. Due settimane fa ad Acerra (Napoli) fa era toccato a un rottweiler essere oggetto di un atroce gesto di ritorsione: l’animale è stato preso a bastonate e arso vivo da un uomo a conclusione di una violenta lite con la moglie. “I reati contro gli animali – conclude l’Enpa – non sono ascrivibili soltanto alla malavita organizzata o alla piccola criminalità, come nel caso delle corse o dei combattimenti clandestini. Molto spesso la violenza sui pet diventa un modo per colpire la sfera affettiva di una persona vicina o per sfogare un raptus.”

SPOT