Irisbus – Bruno: “Fiat esce di scena, ma futuro non è dismissione”

“La Fiat esce di scena. Con la firma delle Rsu e delle organizzazioni sindacali provinciali all’accordo, Marchionne, con Valle Ufita, chiude il suo terzo stabilimento in Italia, rinunciando, sul territorio nazionale, alle produzioni per il trasporto pubblico. E’, infatti, alla cessazione d’attività che l’azienda ha voluto legare il ricorso agli ammortizzatori sociali e, quindi, alla cassa integrazione e lo stop alle procedure di messa in mobilità”. E’ quanto afferma Generoso Bruno, esponente del Partito Democratico.
“L’archiviazione dei procedimenti disciplinari emessi dalla Fiat nei confronti di nove lavoratori vincolata alla firma dell’accordo rappresenta l’aspetto umanamente più crudo dell’intera vertenza Irisbus a cui non riesco a trovare altra definizione se non quella antica di “ricatto padronale”. Alla politica, adesso, spettano due compiti: l’approvazione presso il Ministero del Lavoro della cassa integrazione straordinaria per i prossimi due anni e la definizione di adeguate proposte industriali finalizzate alla riapertura dello stabilimento.
Necessariamente, occorre, per il governo, sostenere lo sforzo per il finanziamento del Piano nazionale per il trasporto pubblico e facilitare l’intesa con il gruppo cinese Dfm che, sin dalle prime indiscrezioni, ha sempre confermato di voler rilevare lo stabilimento ufitano mantenendo sia la mission produttiva e sia i livelli occupazionali.
Occorre evitare la dismissione di un pezzo fondamentale dell’apparato produttivo irpino. Occorre, proprio in queste ore, continuare a difendere le possibilità produttive dello stabilimento di Flumeri ed il valore delle maestranze. Ancora una volta, – conclude Bruno – proprio mentre Fiat li chiude, sento di dover sottolineare che l’uscita dalla crisi, per l’Irpinia ed il Mezzogiorno, passa attraverso la difesa dei presidi industriali e del loro indotto”.

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