Irregolarità PUC Avellino, la nota di Claudio Rossano

Pubblichiamo una nota di Claudio Rossano, esponente di Merito e Libertà di Avellino, in merito alla vicenda del PUC: “La vicenda urbanistica avellinese è contrassegnata in questi giorni da fatti gravissimi: il sequestro di un importante cantiere ed alcune decisioni del TAR che vedono soccombente il comune di Avellino. Le stesse dichiarazioni del Presidente del Consiglio Comunale Gengaro che ha parlato di una vera e propria “deriva giudiziaria” dell’urbanistica avellinese e dell’esistenza di una “lobby” su quel settore dovrebbero accelerare le indagini della Procura di Avellino, che sta esaminando casi particolari, non addentrandosi sulle complessive gravi irregolarità del PUC. Personalmente ritengo che ne esistano tantissimi, sin dalla frettolosa adozione del PUC, prima da parte della Giunta e poi dello stesso Consiglio Comunale. E credo che le tante irregolarità commesse dovrebbero portare al sequestro del PUC stesso, sospendendone l’efficacia. So bene di parlare di un atto difficile da compiere, ma il rispetto della legalità e soprattutto la difesa della città da tentativi di enormi speculazioni impongono ormai drastiche decisioni. Cercherò di essere sintetico nell’elencare le tante irregolarità amministrative commesse nel tempo e che sono chiaramente documentabili dalla lettura di atti ufficiali quali – ad esempio – la deliberazione della Giunta Provinciale di Avellino ( giunta De Simone ) con cui nel gennaio 2008 si approvò il P.U.C. adottato dal Consiglio Comunale di Avellino il 23 gennaio 2006 con delibera n. 18 sub. 13. A tal proposito si rappresenta che la legge regionale n. 16 dispone : “Fanno parte integrante del PUC i piani di settore riguardanti il territorio comunale, ivi inclusi i piani riguardanti le aree naturali protette e i piani relativi alla prevenzione dei rischi derivanti da calamità naturali ed al contenimento dei consumi energetici “. Ebbene la deliberazione della Giunta Provinciale di Avellino nell’elencare i piani di settore allegati al PUC ne trascrive le rispettive deliberazioni di approvazione e le loro date: ben sette piani di settore su otto alla data del 23/01/2006 non avevano ricevuto neanche l’approvazione comunale e non potevano quindi essere parte integrante del PUC. Anche il Piano del traffico, in base alle norme regionali, avrebbe dovuto essere aggiornato. Alcuni consiglieri comunali avevano mosso tale rilievo, come risulta dai verbali, anche in sede di adozione del PUC. Ma la delibera di Consiglio Comunale di Avellino n. 18 sub. 13 di adozione del Piano Urbanistico Comunale riporta un vero e proprio falso ideologico: si dice infatti in essa : “Vista la nota n. 4009/3732/2006 del 19.1.2006, con la quale il Genio Civile esprimeva il proprio parere favorevole” ; in realtà nel parere n. 21 del 19/01/2006 il dirigente del Genio Civile esprimeva parere favorevole solo in via preliminare, riservandosi di esprimere parere definitivo ad avvenuta trasmissione da parte del Comune di Avellino di opportune indagini geofisiche finalizzate alla caratterizzazione del territorio” Pertanto il parere non poteva essere assunto come favorevole e definitivo. Ed infatti mancavano – tra gli elaborati del PUC – atti fondamentali alla sua stesura quali le indagini geofisiche finalizzate alla caratterizzazione del territorio. A testimoniare la mancanza di tali indagini a corredo del PUC è la stessa G.M. di Avellino che, con deliberazione n. 167 del 16/03/2006, ben tre mesi dopo l’adozione del PUC, ha affidato il mandato al settore pianificazione a procedere per la definizione degli atti necessari al conferimento dell’incarico. Le indagini geofisiche suddette non solo non erano state ancora elaborate ma solo in quella data era stato conferito l’incarico per la loro redazione! Né si comprende come il PUC sia stato elaborato, in mancanza di tali studi preliminari . Il fatto è a mio parere gravissimo, anche per le tante sciagure derivanti da dissesti idrogeologici a cui assistiamo in questi giorni. Di tale fatto si ha riscontro nella stessa la stessa citata Deliberazione della Giunta Provinciale. Nella descrizione degli atti esaminati a corredo del PUC si citano infatti il Parere del Settore Provinciale del Genio Civile di Avellino n. 21 del 19.01.2006 ed il successivo n. 52 del 24.10.2006; (parere espresso ben 9 mesi dopo la delibera di Consiglio Comunale di Avellino) La mancanza – alla data del 23.01.2006 – dei piani di settore, delle perizie geofisiche, dei pareri definitivi del Genio Civile – oltre a costituire un insanabile vulnus amministrativo- ha di fatto impedito agli interessati all’adozione del PUC di poter compiutamente esprimere le loro osservazioni allo strumento urbanistico incompleto di tali indispensabili elementi. La stessa Giunta Provinciale De Simone nell’approvare in tutta fretta il PUC di Avellino, non ha tenuto in considerazione quanto previsto dall’art. 25 della Legge Regionale 16/2004. Tale articolo prevede che con delibera di consiglio comunale sia adottata, in conformità alle previsioni del Puc e senza modificarne i contenuti, la disciplina degli interventi di tutela, valorizzazione, trasformazione e riqualificazione del territorio comunale da realizzare nell’arco temporale di tre anni. Il comma 7 dell’art. 25 prevede che “ Gli atti di programmazione degli interventi sono approvati per la prima volta contestualmente all’approvazione del Piano Urbanistico Comunale “ Della dovuta delibera di Consiglio Comunale non si ha traccia nella Delibera di Giunta provinciale di approvazione con modifiche del PUC. Eppure negli atti di programmazione dovevano essere previste le destinazioni d’uso e gli indici edilizi, le forme di esecuzione e le modalità degli interventi di trasformazione e conservazione dell’assetto urbanistico; la determinazione delle opere di urbanizzazione da realizzare; ma soprattutto la quantificazione degli oneri finanziari a carico del comune e di altri soggetti pubblici per la realizzazione delle opere previste, indicandone le fonti di finanziamento. Si rappresenta che gli “Atti di programmazione degli interventi” sono stati approvati solo con deliberazione del Consiglio Comunale n.27 del giorno 11 Aprile 2008 . La mancanza degli atti di programmazione al momento di approvazione del PUC da parte dell’Amministrazione Provinciale di fatto non ha consentito agli aventi diritto di eccepire eventuali discrasie esistenti tra quanto previsto dal PUC e dagli “Atti di programmazione degli interventi”. Anche per quanto riguarda il dimensionamento del piano sono stati commessi gravi arbitri: per gonfiare il numero dei vani realizzabili si è fatto riferimento ad un arco temporale trentennale mentre la legge urbanistica vigente prevede che sia decennale. Infatti la legge regionale n. 14 del 20-03-1982 prevede che “fino all’ approvazione dei Piani territoriali, gli strumenti urbanistici generali vengono dimensionati su previsioni di sviluppo relative a dieci anni “. E i chiarimenti alla Provincia sul dimensionamento del Piano, che normalmente vengono forniti dai progettisti incaricati, sono stati resi dagli uffici comunali, con una stranissima relazione giustificativa. E come non rilevare che nella conferenza di servizio che sostanzialmente dava via libera al PUC da parte della Provincia esprimeva il proprio parere favorevole il Dirigente dell’epoca del Settore Governo del Territorio della Provincia di Avellino che altro non era che un funzionario del Comune di Avellino stesso, per due anni in servizio presso l’Amministrazione Provinciale e successivamente rientrato nella pianta organica del Comune. Di tale situazione di evidente incompatibilità o meglio di “ non opportunità “ a partecipare ai lavori della Conferenza di Servizi non potevano non essere a conoscenza gli altri partecipanti ai lavori. Tra questi vi era anche il Sindaco di Avellino. E’ quanto mai urgente, in considerazione degli interessi enormi in gioco, che la Magistratura faccia chiarezza su tali punti anche perché tra i consiglieri che espressero il loro voto favorevole all’adozione del PUC di Avellino vi era il Sen. Mancino, divenuto qualche tempo dopo vice presidente del CSM. E’ a tutti noto che il CSM è l’organo di governo autonomo della magistratura ordinaria al quale spettano, le assunzioni, le assegnazioni, i trasferimenti, le promozioni e i provvedimenti disciplinari nei riguardi dei magistrati. Non vorrei che tale fatto abbia potuto nel tempo suscitare timore ad intraprendere indagini su una vicenda di tale rilevanza economica e sociale”.

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