CRONACA AVELLINO – Aveva messo in vendita a prezzo pieno, confusi tra articoli “originali”, numerosi capi d’abbigliamento recanti, abilmente contraffatti, i logo e i marchi di famose griffe alla moda: questa la triste vicenda che, nella giornata di sabato, è stata che scoperta dalle Fiamme Gialle di Avellino. In un mercato sempre più dinamico, dominato da leggi di domanda e offerta non limitate dai confini amministrativi di province e regioni, solo un’azione a 360° da parte di chi è chiamato a salvaguardare la proprietà industriale può porre un freno al fenomeno della contraffazione, sviluppando di volta in volta gli elementi informativi che scaturiscono da un intervento per risalire nella cosiddetta “filiera del falso”, in modo da attivare tutti i meccanismi per sviluppare ulteriormente, anche in altra sede, l’attività di servizio sfociata in un sequestro. L’articolata operazione ha avuto inizio nella mattinata di sabato scorso quando la Sala Operativa del Comando Provinciale irpino riceveva la segnalazione da parte dei colleghi di Benevento che, presso un mercatino rionale del capoluogo sannita, avevano rinvenuto e sottoposto a sequestro diversi oltre 500 capi d’abbigliamento contraffatti: sulla base degli elementi informativi acquisiti a seguito dell’intervento, la merce sembrava potesse appartenere ad una medesima partita che aveva visto come destinatari anche alcuni negozi di Avellino. L’informazione era immediatamente passata agli uomini della Compagnia di Avellino, agli ordini del maggiore Salvatore Serra, che con immediatezza riuscivano ad individuare in un negozio in pieno centro di Avellino l’esercizio ove presumibilmente potevano esser stati destinati, per la commercializzazione, alcuni capi contraffatti appartenenti alla medesima “partita” di falsi. Una volta constatato come, anche in passato, il titolare dell’esercizio commerciale era stato “pizzicato” a vendere capi contraffatti, veniva deciso di dar subito corso ad un a perquisizione, nella flagranza del reato scoperto poco prima dai colleghi di Benevento. A seguito dell’operazione venivano rinvenuti ben, confusi tra l’altra merce “genuina” presente in negozio, ben 36 capi di abbigliamento tra giubbotti, camicie e maglie recanti, abilmente contraffatti, i logo di note griffe di moda. Tale merce era venduta a prezzi di mercato degli originali e presentava un elevato livello di qualità in quanto erano davvero molti gli elementi che potevano trarre in inganno i compratori (i talloncini, in particolare, avevano caratteristiche simili a quelli originali sia per quanto attiene i dati relativi alla tipologia di lavaggio, alla composizione, alla località di produzione ed all’azienda distributrice ed addirittura i cosiddetti “codici articolo”). Dopo il sequestro di quanto scoperto, nei confronti del responsabile dell’esercizio commerciale, identificato per tale R.R. (di anni 53), nato a San Giuseppe Vesuviano, non poteva che scattare la denuncia alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Avellino essendosi configurate le ipotesi di reato di cui all’articolo 474 (“contraffazione di marchi”) ed all’articolo 648 (“ricettazione”) del codice penale. Nei giorni precedenti, un altro esempio di collaborazione fra reparti in tema di lotta alla contraffazione aveva visto invece protagonisti, a parti invertite, le Fiamme Gialle della Tenenza di Ariano Irpino ed i colleghi pugliesi. Sempre nell’ambito dei servizi a salvaguardia della proprietà industriale, lo scorso 6 dicembre i finanzieri del Tricolle (agli ordini del sottotenente Domenico Pirrò) avevano infatti dato corso ad un altro importante sequestro: nell’ambito di un posto di controllo effettuato presso l’area di servizio Mirabella dell’A/16, i finanzieri avevano scoperto nel vano bagagli di un autobus di linea in servizio lungo la tratta Napoli-Foggia alcuni borsoni contenenti alcune decine di capi abilmente contraffatti. Erano indumenti che recavano, abilmente contraffatti, i logo di alcune delle più famose marche d’abbigliamento ed, in particolare, di 1 paia di jeans “Dolce & Gabbana”, 1 paia di jeans “Individual Story”, 9 giubbini delle note marche “Peuterey”, “Blauer” e “Belluomo”, 7 cinture di marca “Louis Vuitton” e “Fendi”, 10 paia di scarpe con marchi “Nike”, “Mapleaf”, “Hogan”, e 15 tra borse e borselli “Fendi” e “Louis Vuitton”. In considerazione dell’ottima fattura, i capi di abbigliamento apparivano come verosimilmente destinati ad esercizi commerciali del foggiano, a danno di ignari acquirenti: mentre la merce era sottoposta a sequestro ai sensi dei citati articoli 474 e 648 del codice penale, i finanzieri provvedevano a dare immediata notizia alle Fiamme Gialle della provincia di Foggia per individuare, presso il luogo d’arrivo della corriera, il reale destinatario della merce contraffatta.