De Feo (Uil): “Necessario ripartire dal patto per lo sviluppo”

Si è tenuto questa mattina il direttivo provinciale della Uil di Avellino. A relazionare sui temi di maggiori attualità il segretario provinciale Franco De Feo, che ha in apertura salutato il Segretario pensionati Antonino Caruso, in fase di riabilitazione dopo seri problemi di salute. In primo piano la manovra del Governo Monti e la mobilitazione indetta unitariamente da Cgil, Cisl e Uil. “La manovra – ha spiegato nel corso del suo intervento il segretario De Feo – risponde solo al criterio del rigore e non invece agli obiettivi di equità e crescita richiesti in tutte le occasioni dalla UIL. Ancora una volta, infatti, a pagare sono sempre gli stessi, lavoratori dipendenti e pensionati, cioè i contribuenti con sostituto d’imposta che adempiono correttamente e con asfissiante continuità al loro dovere di soggetti fiscali. Non è possibile ignorare che le misure fiscali e previdenziali andranno ad incidere sulle classi più deboli. Sono state almeno 1000 le persone che hanno partecipato alla manifestazione del 12 dicembre ad Avellino davanti alla Prefettura nell’ambito delle iniziative indette da CGIL, CISL,UIL nazionali e si stimano che tantissimi lavoratori e pensionati hanno assicurato presenze significative in tutte le province italiane. Adesso è il momento di dare continuità alla lotta ed alla mobilitazione per smuovere il Governo e le forze politiche dalle posizioni assunte con l’emanazione del decreto legge del 4 dicembre scorso. La UIL di Avellino sarà impegnata ad assicurare presenze di lavoratori e dirigenti in tutte le manifestazioni che saranno programmate dalle Organizzazioni nazionali, come la nostra categoria dei Trasporti sarà impegnata a sostenere le rivendicazioni contrattuali e contro i tagli al Trasporto Pubblico Locale con lo sciopero del 15 e 16 dicembre”. Ma non solo manovra, al centro del dibattito le questioni locali e quanto sta accadendo in provincia di Avellino. “L’apparato industriale della nostra provincia sta scontando una crisi della produzione e dell’occupazione mai registrata negli ultimi decenni con il contestuale aumento dei disoccupati e l’assoluta carenza di prospettive di lavoro per il prossimo futuro. Avanza la disperazione e la depressione per le condizioni di reddito delle famiglie costrette ad arrangiarsi per assicurare una modesta vivibilità quotidiana. Frattanto chiude la IRISBUS e non s’intravede una soluzione produttiva per il futuro. Dopo le passerelle la “politica” non dimostra capacità di mediazione e di interlocuzione con la FIAT e manca la necessaria determinazione per appostare nel bilancio dello Stato le risorse necessarie a finanziare gradualmente il Piano Trasporti a livello nazionale. I settori trainanti dell’economia provinciale sono in ginocchio, dal comparto delle costruzioni al metalmeccanico, dal tessile al conciario con la produzione continua di cassa integrazione, licenziamenti, interventi degli ammortizzatori sociali dopo l’espulsione dal ciclo produttivo. Non fanno eccezione i servizi pubblici locali, dal Trasporto alla Forestazione, dal riordino della rete sanitaria ed ospedaliera sul territorio ai Servizi socio-assistenziali e sanitari, i cui beneficiari, appunto i cittadini, stanno pagando i debiti accumulati negli anni precedenti e le inefficienze gestionali. Lo stesso dicasi per l’incertezza che regna nella gestione del ciclo integrato dei rifiuti, settore dove si intrecciano pressioni e strumentalizzazioni politiche, conferme e aspettative di modifica della legislazione. Per quanto ci riguarda confermiamo la provincializzazione del ciclo e l’obiettivo della stabilizzazione della Società provinciale Irpiniambiente, anche se abbiamo sollecitato confronti ed approfondimenti con i Comuni per la definizione dei servizi e dell’applicazione del piano industriale. E’ necessario ripartire da dove ci siamo fermati e quindi dal “patto per lo sviluppo” per riprendere il livello di concertazione immaginato all’atto della sottoscrizione di un importante documento di obiettivi condivisi dalle parti sociali. Basta con le promesse, dopo le tante prese in giro della Regione Campania, non ultimo l’appuntamento degli Stati Generali con la presenza del Governatore Caldoro, ci aspettiamo scelte coraggiose per uscire dalla crisi e rilanciare lo sviluppo. Il protocollo sottoscritto dalle parti sindacali ed Imprenditoriali con la Regione Campania può avere una valenza solo se alle tante parole seguono concretamente i fatti. Le esperienze negative di questi ultimi mesi non con ci consigliano ottimismo sull’affidabilità e sulla qualità dei rapporti con la Regione Campania, attendiamo fiduciosi consapevoli della caparbietà e la forza delle strutture regionali confederali. Il primo banco di prova sarà la programmazione dei fondi europei ed il finanziamento dei grandi progetti regionali ai quali siamo fortemente interessati per le infrastrutture che interessano la provincia di Avellino. Piano strategico, accordi di reciprocità, completamento delle grandi opere per Avellino città, che potrebbero rendere meno difficile e complicata la vita di tanti lavoratori del comparto delle costruzioni. Frattanto sono eclatanti i dati sulle evasioni contributive e fiscali, sul lavoro nero e gli infortuni sul lavoro. Una situazione allarmante che solo tenendo il sindacato unito, così come è in questo momento, possiamo provare a risolvere”. A chiudere i lavori del direttivo la segretaria regionale confederale Anna Rea. “viviamo un momento di crisi – ha sottolineato la rea- particolarmente difficile. E il sindacato mai come adesso deve fare la sua parte fino in fondo, intensificando i rapporti con i lavoratori, i pensionati e i giovani disoccupati. Questa manovra colpisce ancora una volta le fasce più deboli, mettendo in discussione i progetti di intere famiglie. Mentre rispetto alla cancellazione delle caste e alla riduzione dei costi della politica, battaglia avviata proprio dalla Uil, non si vede ancora nulla. Il nostro Paese ha bisogno di crescere, di creare nuovi posti di lavoro e di dare la possibilità ai nostri ragazzi di costruire il proprio futuro. Per fare questo serve una politica responsabile che compia scelte eque”.

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