Avellino story (1a parte): triade addio, Trapani è amara

Intenso e pieno di emozioni il 2011 dell’Associazione Sportiva Avellino. Tre allenatori, la finale play-off di Seconda Divisione persa a Trapani, l’ammissione in Prima Divisione dalla porta secondaria, qualche uscita di scena eccellente in società e una salvezza nell’ex serie C1 a portata di mano dopo un inizio in salita. Sono stati mesi duri e difficili per i protagonisti in biancoverde.
VIA LA TRIADE, ECCO VULLO – L’anno solare che volge al termine è cominciato con Salvatore Marra in panchina. Riconfermato dopo la sconfitta di Milazzo (2-0 il 16 gennaio con doppietta di Lasagna), il tecnico di Pianura nonostante le vittorie contro Brindisi e Neapolis, è stato esonerato insieme al direttore sportivo Nicola Dionisio al termine della sconfitta interna contro la capolista Latina (1-0 il 13 febbraio). Per dissenso contro tale decisione, dopo mesi di polemiche (a volte inutili) a mezzo stampa con gli altri soci, la famiglia Contino, rappresentata da Sergio ed il figlio Emiliano, lascia l’As Avellino. Dopo un paio di giorni di trattative, ritorna in città Salvatore Vullo. Per il tecnico di Favara, dopo qualche mese di inattività, è la seconda esperienza sulla panchina irpina (da calciatore ha giocato in serie A con l’Avellino). Un’avventura condita da alti e bassi. Nonostante la deludente sconfitta (1-0, 27 marzo 2011) di Catanzaro – contro un avversario imbottito di giovani allo sbaraglio -, l’Avellino (aspramente contestato dalla tifoseria con l’apice durante il posticipo televisivo contro il Matera vinto 6-0) a gennaio sesto in classifica, riesce a raggiungere un quarto posto finale utile per l’accesso ai play-off. Nel frattempo, il sei maggio cambia qualcosa nei quadri dirigenziali. Alberto Iacovacci, infatti, diventa il nuovo amministratore delegato. Massimiliano Taccone, invece, il direttore generale, con Marco Cipriano confermato presidente. Negli spareggi promozione l’abbinamento con il Milazzo prevede la prima in casa al “Partenio Adriano Lombardi” (ufficialmente intitolato all’ex capitano coraggioso il 28 novembre 2010; nomina poi ratificata l’8 giugno prima dell’amichevole tra le vecchie glorie biancoverdi e quelle della Fiorentina). L’Avellino non sbaglia, sbarazzandosi dei mamertini (bestia nera fino a quel momento) con i gol di De Angelis e Scandurra. Nel ritorno, sempre l’attaccante di Castellammare arrivato durante il mercato di riparazione punisce ancora i siciliani eliminati dalla corsa verso la Prima Divisione. Un sogno che per l’Avellino svanisce nel match di ritorno della finale (12 giugno) a Trapani al temine dei tempi supplementari. Vincono meritatamente i granata 3-1 (andata 1-2) e per l’ambiente, dopo il naturale contraccolpo psicologico condito da tanta delusione, si prospetta l’ennesima estate piena di incognite.

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