SeL: “Doveroso partecipare a sciopero della Fiom”

“E’ un nostro diritto e altrettanto un dovere partecipare allo sciopero generale convocato per il 9 marzo dalla Fiom-Cgil. Non solo parteciparvi come forza politica, ma questo giorno e la piazza, devono rappresentare la data e il luogo per una più ampia partecipazione, che abbia il coraggio di far uscire i lavoratori e le lavoratrici dalla gabbia solitaria in cui sono stati reclusi”. Lo dice in una nota Rita Labruna del coordinamento provinciale Sinistra Ecologia Libertà. “Un appuntamento collettivo – aggiunge – dove l’indignazione degli ultimi tempi diventi azione e pratica di ricerca di proposte alternative , al modello di riforme tout court, sostenute con forza da questo governo e non solo. L’avere dubbi in merito a questo riformismo, non significa essere proiettati ancora nell’800 come qualcuno sostiene, ma capire cosa e come si vuole riformare e soprattutto con quali risorse. Il 9 marzo deve essere l’occasione per rompere i pregiudizi e il nuovo conflitto generazionale, innescato dall’alto che vuole i figli contro i padri, un conflitto strumentalizzato da una parte politica che mira a far passare i diritti acquisiti dai nostri padri, come privilegi e negazione del merito e dei diritti da acquisire per le future generazioni. Se questo governo fosse animato da onestà intellettuale, non solo dei costumi, dovrebbe spiegare anche “ai giovani studenti” che gli hanno scritto recentemente sulle colonne del Corriere della Sera, che l’unico e funzionale sistema di welfare presente è rappresentato dalle famiglie, dai quei padri e da quelle madri che in passato hanno lavorato e in molti casi per farlo l’emigrazione è stata una scelta obbligata. Oggi senza questo welfare,nell’attuale contesto economico non ce l’avremmo fatta, in alcuni casi neanche a sopravvivere. Non perché come sostengono “illustri” esponenti del governo, si è bamboccioni o monotoni, ma siamo stati privati della libertà di scelta, viviamo di speranze e non dovremmo. Quella speranza che tempo fa giustamente Monicelli definì:” come una trappola inventata dai padroni per tenerci buoni”. Per liberarci da questa trappola dobbiamo riunirci, giovani e meno giovani, pensionati, precari, studenti, donne, partiti, movimenti e tenere la barra dritta sugli stessi obiettivi, con le reciproche differenze, ma annullando i conflitti generazionali. Farlo non significa “essere ideologizzati o arruolati nello schema ottocentesco di sigle e etichette”, se ci interessiamo all’art. 18 è perché il luogo di lavoro non è un luogo privato, ma un luogo collettivo di tutti i lavoratori, dove si estrinseca la propria personalità, le capacità e va tutelato per i presenti, ma anche per i non nati a cui si dice interessato Monti.” I giovani studenti della lettera” dovrebbero partecipare allo sciopero, per provare almeno a capire le radici profonde di quello che si vuole difendere, di quello che si vuole abolire senza valutare una ricetta alternativa alla crisi. Non tirate e non tiriamo un sospiro di sollievo se la politica oggi segue corsi di recupero dai tecnici, questo governo è più politicizzato del passato, perché si avvale solo ed esclusivamente del consenso dei partiti( Pdl,Udc, Pd) scavalcando e non considerando le esigenze e i bisogni della gente. Quello che serve è una nuova proposta politica mi auspico, elaborata dalle forze di centro-sinistra che non sia proiettata solo sull’Italia, ma sull’Europa, in quanto noi cittadini europei. Una nuova proposta che abbia il coraggio di rompere ed essere tanto convincente quanto alternativa r alla ricetta proposta dalle destre populiste e dalle destre liberiste tecniche. Che non consideri disgiunta la formazione dal lavoro, i percorsi scolastici e universitari devono potersi incanalare nel mercato del lavoro. Bisogna creare occupazione, sviluppo ,c’è un problema di ingresso nel mondo del lavoro, quindi piuttosto che rivedere l’art.18,occore rivedere le 46 tipologie contrattuali. Rivedere quell’università che recentemente la Corte dei Conti ha indicato anche come luogo di spreco, dove professori vengono retribuiti per corsi fantasma. Dai dati dei controlli effettuati dalla Guardia di Finanza , emerge non solo una alta percentuale di settori che evadono il fisco, ma anche presenze di lavoratori in nero che di certo non aiutano il mercato del lavoro. Rivolgendomi “agli studenti della lettera” vi chiedo di non barricare il presidente del consiglio, presidente della vostra università, e di non elemosinare i vostri diritti -l’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro- danneggiate noi , voi e tutti i futuri lavoratori. Il merito va sottinteso e lo si applica a partire da un esame dovrebbe essere scontato, ma non lo sono i diritti e non sono uguali le condizioni di partenza, non lo sono oggi in questa società e con questi governi. L’abbiamo frequentata e la frequentiamo l’università e sappiamo quanto i privilegi di alcuni, bloccano i diritti di molti, di chi vorrebbe scegliere, magari per passione. un percorso di lavoro all’interno dell’università. Purtroppo questo governo ha salvaguardato la riforma Gelmini, che non mira a disgregare questo sistema. Saremo in piazza senza vergognarci di farlo come forza politica di sinistra, come cittadini, studenti, come lavoratori e lavoratrici, animati da sogni e dalla sana partecipazione politica, rivendicando la “Democrazia al lavoro” e auspicando il ritorno di una nuova e sana politica alla guida del paese. Ci saremo come donne, perché non dobbiamo dimenticare che la presenza di una donna al Ministero del lavoro, non è servita a ripristinare una normativa di diritto, di civiltà come quella della legge 188, contro le dimissioni in bianco, a cui tantissime donne vengono costrette. Questo è un ulteriore motivo valido perché anche la sinistra sia in campo”.

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