Elezioni amministrative, il punto del PdCI

Le elezioni amministrative del 6 e 7maggio rappresentano un banco di prova difficile e impegnativo per il Partito dei Comunisti Italiani e la Federazione della Sinistra. Inevitabilmente, sul confronto politico peseranno le scelte nazionali (sostegno alla Fiom, ai lavoratori, agli studenti) oltre che la dimensione specifica del confronto politico locale. La Federazione della Sinistra, soggetto politico, costruito, anche con l’apporto dei Comunisti Italiani, deve attrezzarsi a questa sfida senza lasciarsi inghiottire dal dogma della governabilità e lavorando, dove è possibile, alla costruzione di coalizioni politiche locali credibili e designate a politiche di effettivo cambiamento. Rifiutiamo qualsiasi dialogo o costruzione di liste ibride, come avvenuto a Cervinara (Pd e Destra) e San Martino Valle Caudina (SEL e Udc). Il criterio di orientamento per noi rimane lo stesso di sempre: la tensione etica e la saldezza morale delle forze di coalizione e dei loro rappresentanti, la qualità del lavoro programmatico, la partecipazione dei cittadini, dei movimenti, delle forze sociali alle scelte politiche della coalizione. Come primo punto rifiutiamo candidati con inchieste giudiziarie, un problema che negli ultimi anni, è diventato più complessivo, che riguarda il rapporto tra amministrazione locale e potere economico (legale e/o criminale), introdotto dalle riforme istituzionali degli anni novanta (elezione diretta, preferenza unica, peso degli esecutivi, riforma della dirigenza). È necessario perciò, proporre un vero e proprio patto etico tra le forze della coalizione, che implichi la massima trasparenza nelle candidature e una serie di scelte politiche amministrative vincolanti sul terreno urbanistico, ai servizi alla persona, dei percorsi formativi, del sostegno alle attività economiche e imprenditoriali, dei beni confiscati alla criminalità organizzata. I nodi programmatici che mettiamo al centro della nostra discussione pubblica riguardano in primo luogo il tema dei servizi pubblici locali, la difesa e il rilancio del loro carattere pubblico, la tutela delle fasce più deboli di utenza e delle condizioni di lavoro degli operatori del settore. La sfida principale ovviamente rimane quella della pubblicizzazione del servizio idrico, attraverso il recepimento delle norme principali (obbligo di gestione pubblica associata, temine finale di scadenza dei contratti in divieto). È chiaro che le nostre piattaforme programmatiche locali, ragionando dello stato dell’arte dei diversi contesti territoriali devono contenere e riaffermare questi principi politici di fondo sia per i servizi a rete che per quelli alla persona, tutelando le fasce sociali ed economiche più deboli. Altro nodo programmatico decisivo è per noi il territorio, inteso come patrimonio di beni e risorse materiali e immateriali da tutelare e valorizzare. Rifiutiamo con forza la proposizione di modelli di sviluppo fondati sulla speculazione territoriale, tanto in termini di urbanizzazione edificatoria quanto d’insediamenti produttivi inquinanti o destinati alla grande distribuzione. Qualità del territorio significa naturalmente anche requisito del lavoro e lotta al lavoro nero. Su questo punto si può pensare alle stipulazioni di protocolli tra le autorità pubbliche preposte per il contrasto del fenomeno, all’introduzione di un sistema premiante in materia di sicurezza per le aziende, alla creazione di una banca dati degli appalti pubblici. Altro impegno programmatico che intendiamo costruire è quello della progressiva deprecarizzazione della pubblica amministrazione. Invertire la tendenza rispetto all’esplosione del lavoro pubblico precario degli ultimi anni. Si tratta dunque di imboccare con decisione questa strada e di estendere quest’obiettivo a tutti i soggetti (enti, società, consorzi) pubblici in qualche modo collegati agli enti locali che vanno al voto. La lotta alla precarietà è un punto essenziale della nostra proposta politica. Investire sulle misure d’inclusione sociale (a partire dal problema ormai drammatico della casa), potenziamento delle attività educative attivando maggiori sinergie con gli istituti scolastici, di tutela dei diritti dei migranti. Il tema della partecipazione, come uno strumento essenziale nella costruzione dell’iniziativa politica, nell’individuazione dei nodi programmatici, nella ricerca di alleanze sociali e di movimento. Dopo la competizione elettorale, l’attività amministrativa dovrà essere orientata al diretto coinvolgimento dei cittadini non solo come utenti dei servizi ma come protagonisti della propria comunità territoriale. Introdurre il bilancio partecipato, estendere il ricorso a referendum consultivi, favorire la strutturazione di comitati di quartiere. Solo attraverso una politica diversa, potremo costruire nei fatti l’alternativa possibile.

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