Feneal Uil: “Allarme formazione edile, a rischio le attività”

È in pericolo il sistema di garanzie del lavoro nel settore delle costruzioni: previdenza, sicurezza e formazione rischiano di venire sacrificate a causa di una crisi che sta mettendo in ginocchio le imprese edili. L’allarme arriva dal sindacato a seguito della segnalazione fatta dal Sistema Bilaterale del settore delle costruzioni, formato da CNCE (Commissione Nazionale delle Casse Edili), CNCpt (Commissione nazionale paritetica per la prevenzione infortuni, l’igiene e l’ambiente di lavoro) e Formedil (Ente nazionale per la formazione e l’addestramento professionale nell’edilizia).
In questo contesto diventa sempre più difficile qualificare il personale attraverso i corsi obbligatori previsti per legge nonché fare gli investimenti in sicurezza necessari per garantire il corretto svolgimento della vita in cantiere. In questa situazione rischia di saltare quel valore costruito in decine di anni e che tiene in piedi un settore caratterizzato da grande mobilità, in linea con le richieste del più generale mercato del lavoro. Un valore rappresentato concretamente di un’ampia e diffusa attività di assistenza e previdenza per il lavoratori del comparto, che beneficiano del welfare sussidiario garantito dal sistema bilaterale.
Si tratta di 2 miliardi di contributi versati lo scorso anno dalle 160.000 imprese iscritte per una occupazione registrata di 850.000 addetti. Di questi un miliardo e 200 milioni sono stati destinati a malattie o infortuni, 400 milioni alle pensioni di anzianità professionale, 200 milioni all’assistenza sanitaria, 120 milioni alla formazione sulla sicurezza. In provincia di Avellino, secondo i dati del Cfs di Atripalda, sono state nell’ultimo anno 500 le visite dei tecnici e 1500 quelle degli RLST. A questi vanno aggiunti quelli delle attività di formazione: oltre 1800 ore didattiche, 90 corsi concentrati, essenzialmente, su tecniche di prevenzione infortunistica e sull’aggiornamento professionale in edilizia, per un totale di quasi 600 imprese coinvolte e più di 1300 allievi. Di questi, ben 710 sono stati impegnati in una formazione di base per apprendere le normative di sicurezza da applicare sui luoghi di lavoro.
“La crisi – ha spiegato il segretario della Feneal di Avellino Carmine Piemonte – ha generato un meccanismo perverso che ha pesanti ripercussioni sul funzionamento dell’intero mercato del lavoro. A livello periferico la situazione sta diventando insostenibile: le imprese, che faticano a ottenere commesse e finanziamenti, non riescono a pagare i contributi ai loro lavoratori presso le Casse Edili, l’Inps e l’Inail. Questo impedisce loro di ottenere il Durc (Documento unico di regolarità contributiva), indispensabile per partecipare ai bandi per i lavori pubblici e privati. Si innesca così un circolo vizioso che potrebbe bloccare completamente il mercato. Ogni giorno tecnici esperti consigliano, segnalano, assistono imprenditori, capi cantiere e responsabili della sicurezza, al fine di elevare i livelli di sicurezza sui luoghi di lavoro.
La chiusura di migliaia di aziende e soprattutto la grande difficoltà a mantenere viva con risorse adeguate queste iniziative rischiano di rimandare indietro sul piano della qualità sociale e delle condizioni del welfare l’intero comparto strategico dell’edilizia. Ribadiamo per questo l’importanza di provvedimenti urgenti per impedire il tracollo non solo economico, ma anche sociale di un settore strategico per il Paese. Non possiamo permettere che questo avvenga. Perché vorrebbe dire ad esempio rinunciare al presidio capillare sulla sicurezza all’interno di decine di migliaia di cantieri. Ma soprattutto consentire che nel giro di pochi mesi ci si trovi di fronte ad una disgregazione e alla perdita di quella rete di assistenza che sta mantenendo in vita centinaia di famiglie”.

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