Alta Capacità, Filomena: “Qualcuno mente sapendo di mentire”

“Crediamo che non sia necessario avvalersi della collaborazione di un consulente legale o legislativo per ben comprendere ciò che viene scritto in lingua italiana sul BURC e su ogni altro pubblico atto. Ciò premesso, confermiamo la nostra legittima preoccupazione per la ventilata ipotesi di esclusione dell’Irpinia dall’attraversamento dell’Alta Capacità Napoli-Bari . Una preoccupazione più che legittima se si analizzano i contenuti delle pubbliche determinazioni e che non viene affatto mitigata dalla lettura delle dichiarazioni di alcuni autorevoli esponenti del Governo regionale, né tanto meno, dalle manifestazioni di tranquillità e massima comprensione delle dinamiche politiche rappresentate da soggetti che siedono al tavolo del Patto per lo sviluppo”. E’ quanto afferma Vincenzo Filomena, portavoce provinciale Democrazia Cristiana.
Desideriamo soltanto evidenziare e condividere quanto segue:
► dalla lettura di un documento pubblico che riguarda la tratta AV/AC Napoli Bari, disponibile sul sito del MIT e redatto a cura di un dirigente della Divisione Interoperabilità del Ministero delle Infrastrutture, si rileva che, dopo aver proceduto all’elencazione degli interventi completati, di quelli in corso di realizzazione, di quelli in fase di approvazione, in merito agli interventi in fase di progettazione viene riportato quanto segue: “il raddoppio Apice-Orsara avrà un costo di 1.820 M.€, nella nuova tratta individuata anche per volontà della Regione Campania che ha cambiato in parte indirizzo, in quanto ci si è resi conto dell’impossibilità di realizzare una stazione intermedia in Irpinia e del fatto che con questo nuovo tracciato si riducono notevolmente i costi ed i tempi di percorrenza, vera necessità primaria dell’intervento in questione.
Considerando che nel protocollo di intesa tra Regione Campania-Mit-Rfi il costo dell’investimento previsto per la tratta è pari a 2.676 M.€, si rileva una riduzione di oltre 800 M.€ dell’investimento, la quale non essendo certamente casuale desta legittime preoccupazioni.
► dalla lettura del PROTOCOLLO D’INTESA (pubblicato sul BURC del 14/05/2012) tra MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE, REGIONE CAMPANIA e RETE FERROVIARIA ITALIANA, si rileva che, per quanto concerne l’infrastruttura ferroviaria AV/AC Napoli-Bari, le parti hanno proceduto a rappresentare lo stato dell’arte delle varie tratte e le possibili proposte di modifica in variante. In merito alla tratta Apice-Orsara, dopo aver descritto lo stato dell’iter autorizzativo e specificato che il costo dell’investimento previsto per la tratta è pari a 2.676 mln di euro, si provvede a riportare in calce la seguente proposta della Regione Campania “La Regione propone di tornare alla prima soluzione ipotizzata da RFI, ovvero un tracciato diretto, in massima parte interrato tra le due stazioni di Apice e Orsara, al fine di ridurre i tempi di percorrenza, i costi ed i tempi di realizzazione”. In esito a quanto sopra, le parti concordano che la Regione Campania chiederà entro e non oltre il 15/03/2012 di rivedere il progetto presentato da RFI, in istruttoria presso il MIT , al fine di tornare alla prima soluzione ipotizzata da RFI, ovvero un tracciato diretto, in massima parte interrato tra le due stazioni di Apice e Orsara, per ridurre i tempi di percorrenza, i costi ed i tempi di realizzazione. Considerato che la realizzazione dell’intervento in argomento non risulta finanziata, si potrà procedere alla nuova progettazione preliminare ed al riavvio dell’iter approvativo.
► con DELIBERA di GIUNTA REGIONALE n.87 del 06/03/2012 (data che rientra nel termine de 15/03/2012) si è provveduto ad approvare all’unanimità lo schema completo del predetto protocollo di intesa e a trasmettere la medesima deliberazione al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti nonché alla Società RFI.
Auspichiamo – conclude Filomena – che il Governo regionale chiarisca definitivamente i termini della questione, confermando che non verrà approvata alcuna variante strutturale della tratta «Apice-Orsara di Puglia» volta ad escludere l’accesso dei territori dell’Irpinia alla rete commerciale europea.

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