“Governo ripartisca i 30 miliardi in proporzione agli abitanti”

NAPOLI – “La decisione assunta dal Governo di escludere le regioni sottoposte al patto di rientro condanna le aziende campane ad un inesorabile fallimento. Il Governo riveda una decisione certamente incostituzionale e disponga una ripartizione dei 30 miliardi di crediti che si intendono compensare, assegnando ad ogni Regione una percentuale da calcolare sulla base degli abitanti”. Lo afferma Sergio Nappi, consigliere Regionale del Gruppo Federato Caldoro.
“Escludere la Campania dalle compensazioni – prosegue Nappi – stride con l’opera di risanamento portata avanti dal Governo guidato da Stefano Caldoro che, dal suo insediamento, ha ridotto la spesa corrente di 600 milioni e ha ridotto il disavanzo della sanità ridimensionandolo dai 774 milioni del 2009 ai 251 del 2011, la migliore performance registrata in Italia”.
“Vero è – prosegue Nappi – che dei 9 miliardi dell’esposizione debitoria della sanità, 4 non risultano coperti, e che tale somma, e quelle delle altre regioni indebitate, inciderebbero non poco sui 30 che il Governo centrale intende compensare. Tuttavia, è altrettanto evidente che le imprese e i lavoratori campani non possono essere condannati al sicuro fallimento, anche in ragione dello sforzo che l’attuale Governo regionale sta compiendo per risanare i conti, per rispettare il patto di stabilità e per utilizzare al meglio le risorse europee”.
“Pertanto – suggerisce il Consigliere Regionale – il Governo potrebbe ripartire i 30 miliardi che intende compensare, attribuendo ad ogni Regione una quota in proporzione agli abitanti. Tagliare le regioni indebitate, senza considerare le performance positive, è davvero un “crimine”, così come sottolineato dal Presidente Caldoro”.
“Va senza dire – chiude Nappi – che il Gruppo Federato sosterrà con determinazione la battaglia che il Presidente Caldoro sta portando avanti in queste ore nell’interesse dei campani e di tutte le regioni meridionali che si vedrebbero drasticamente penalizzate dall’attuale stesura del cosiddetto decreto compensazioni”.

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