Politiche sociali, Di Capua: “A rischio i Piani di Zona”

“Notizie sconcertanti dalla Regione Campania: è stata approvata la modifica della legge quadro n.11/2007 che regolamenta il Fondo Nazionale delle Politiche Sociali. Ciò significa la chiusura immediata dei Piani di Zona Sociali senza che ci siano stati i tempi di transizione dei Consorzi verso questa nuova forma associata , e ci ritroveremo di punto in bianco senza un punto di riferimento , senza tutela per i diversamente abili ed anziani e senza alcuna tutela per tutti gli operatori sociali.
Che ne sarà di tutte le persone disagiate ? Che ne sarà di tanti lavoratori che da un giorno all’altro si ritroveranno in mezzo ad una strada ? Dove è finito il famoso welfare ? Che fallimento questo governo. Che fallimento! Il Comitato ORA BASTA , urla ancora una volta e dà appuntamento a tutti allo sciopero indetto dalla CGIL ad Avellino il prossimo 31 maggio.
E’ incredibile prendere decisioni così pesanti ed assurde e creare così tensioni e malumori tra gli assistiti e gli operatori”. E’ lo sfogo di Mario Di Capua da sempre al fianco degli operatori nonché portavoce del Comitato ORA BASTA. “Qualcuno può spiegarci cosa sta succedendo? E’ troppo facile per chi amministra tagliare e basta ed inorgoglirsi per le scelte fatte! Belle ed indorate parole quelle del Presidente della IV Commissione Antonia Ruggiero che non fa che parlare di semplificazione potenziamento e modernizzazione del welfare . Ma come si può – continua il Di Capua – parlare di un nuovo sistema di regolamentazione se non si riescono a risanare i buchi pregressi ? Le Cooperative vantano crediti nei confronti della Regione Campania ( per oltre un anno di lavoro onesto svolto) e quest’ultima ha provveduto a liquidare la sola annualità 2010 ed appena un terzo del 2011. Questo significa che gli operatori oltre a non essere giustamente retribuiti per la prestazione svolta , oggi rischiano addirittura di perdere il posto di lavoro vedendo così calpestata ancora una volta la propria dignità.
La Ruggiero dovrebbe avere una priorità e cioè salvaguardare e tutelare le persone disagiate (e solo allora si potrebbe parlare di welfare ) e non gravare ulteriormente su quelle che sono tristemente note le problematiche occupazionali. Non ci resta che scendere in piazza – conclude il Di Capua – al fianco dei sindaci, sindacati, cooperative, e taluni esponenti politici che con noi esprimono la loro rabbia e preoccupazione”.

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