Gallicchio (Pd): “Servizi sociali, serve mobilitazione ampia”

«La partita che si sta giocando per i servizi sociali in provincia di Avellino ed in particolare per il Consorzio “Alta Irpinia” non deve essere giocata soltanto dai sindaci. La politica e quindi i partiti, in particolare il Partito democratico, devono dimostrare concretamente di voler risolvere la questione in maniera celere e costruttiva, anche perché non dobbiamo dimenticare, soprattutto in questo periodo di profonda crisi, che dobbiamo rispondere alle necessità dei più deboli. Inoltre, nello stesso tempo c’è la necessità di tutelare gli operatori dei consorzi. Particolare attenzione dovrà essere dedicata a coloro i quali hanno un contratto a tempo determinato, anche perché per i contratti a tempo indeterminato la legge prevede già la garanzia del posto di lavoro. Sono 13 i lavoratori a tempo indeterminato e 22 a tempo determinato. Non possiamo permettere che professionalità operanti nel sociale da oltre dieci anni, risorse e patrimonio umano così importante, possano correre il rischio di trovarsi senza lavoro soltanto perché sindaci e partiti non saranno in grado di intraprendere la giusta via di soluzione». Concetti chiari e parole molto nette quelle di Pasquale Gallicchio, componente dell’esecutivo provinciale del Partito democratico. «Lunedì ci sarà la direzione provinciale del Partito democratico, sarà quella la sede dove solleverò una serie di temi tra cui la vicenda del Consorzio dei Servizi Sociali “Alta Irpinia”, finito nell’occhio del ciclone per il quale è urgente una via d’uscita e ormai diventato suo malgrado il simbolo dell’ emergenza, il nodo da sciogliere, in questo settore. Chiederò alla segretaria provinciale che prima dell’assemblea dei sindaci del consorzio “Alta Irpinia” del 30 maggio si possa avere un confronto tra i componenti dell’esecutivo, i sindaci, i sindacati e la consigliera regionale Rosa D’Amelio che ha seguito l’ evolversi della riforma proponendo strumenti a tutela del personale e del futuro dei consorzi. Spero, che si possa mettere in atto un’azione politica riconoscibile e non solitaria. Rimarco soprattutto quest’ultima necessità in quanto la sfida appartiene a tutti i sindaci dei 25 comuni che fanno parte dell’ Ambito A2. Il ragionamento sul futuro vede la necessità di un confronto che tenga conto dell’intero territorio compreso nella mappa del distretto sanitario in quanto il futuro ente, che dovrà avere la struttura di una unione comunale o altro, dovrà coincidere con quello del distretto sanitario, altrimenti si rischia il blocco dei fondi da parte della Regione Campania. Per questo non occorrono furberie, oppure aggiustatine politiche per irrobustire maggioranze. Serve chiarezza e assunzione di responsabilità avendo il coraggio di ridare alla politica, anche quella del centrodestra, il ruolo di risposta alle esigenze che si presentano. Avere a che fare col sociale e quindi con i servizi alla persona non permette improvvisazioni. Le soluzioni da considerare sono diverse visto che ritenendo di essere di fronte ad un consorzio di funzioni si debba procedere celermente a rivedere la forma e soprattutto a considerare e risolvere la posizione di tutti gli operatori attualmente impiegati. Le vie d’uscite potrebbero essere l’unione dei comuni, la convenzione tra comuni, la costituzione di un consorzio di servizi sottoforma di azienda speciale consortile. In questo la giurisprudenza ci aiuta. Con l’aiuto dei sindacati che si sono dimostrati sempre sensibili, responsabili e disponibili si può fare un ottimo lavoro. Quindi, decisiva sarà l’assemblea del 30 maggio a Lioni dove i sindaci ma prima ancora la politica è chiamata a mostrare la voglia di un ragionamento nuovo non inquinato da vecchie logiche e aspirazioni. Dobbiamo smaltire le tossine accumulate e impegnarci a curare la malattia non i sintomi».

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