“Continua da parte delle organizzazioni sindacali provinciali un atteggiamento sulla vertenza Irisbus di superficialità e di profonda incomprensione del dramma sociale ed economico che sta vivendo la Valle dell’Ufita”. Lo si legge in una nota a firma Resistenza operaia. “Il documento sottoscritto dopo l’incontro di martedì 29 maggio alla UIL – c’è scritto ancora – denota una incredibile lontananza da ciò che pensano, vogliono e propongono i lavoratori della Irisbus. Il tavolo di trattativa – si fa per dire – al MISE è miseramente fallito. Bisogna prenderne atto e chiamare in causa direttamente la Presidenza del Consiglio perché unica sede che può e deve attivare il Piano Nazionale dei Trasporti. Non si può continuare a percorrere strade che finora non hanno prodotto alcun risultato. Bisogna cambiare pagina e scrivere una nuova storia. Va affrontato il nodo del Piano Trasporti con la Presidenza Monti e i segretari generali delle OO. SS. CGIL, CISL, UIL e UGL che, quotidianamente, si relazionano al Governo o hanno il coraggio e la forza di far diventare questa vicenda nodo centrale e/o strategico della contrattazione o queste richieste di aiuto che le strutture provinciali sollecitano non sanno che cosa farsene. Una vicenda come quella della Irisbus diventa emergenza nazionale se si è convinti che l’unica fabbrica che in Italia produce bus non può chiudere. La pensano così i segretari nazionali di CGIL, CISL, UIL, UGL ? Non sembra. Non sembra perché durante un intero anno di proteste e sacrifici per trovare una luce a questa vertenza, i segretari generali nazionali dei quattro sindacati non hanno mai prodotto un documento unitario né una proposta chiara sulla vicenda Irisbus. Inoltre riteniamo che , purtroppo, ogni richiesta, ogni passo in avanti venga strozzato e trattenuto da chi forse non ha il coraggio di dire che ormai qualcuno ha già chiuso “la partita” diversamente ed ora ha solo necessità di far perdere tempo senza colpo ferire. Rafforza questa tesi il fatto che, nonostante il 18 maggio 2012 le RSU dello stabilimento Irisbus di Valle Ufita, unitamente ai lavoratori, inviavano un documento con richiesta di incontro urgente ai segretari generali nazionali di CGIL, CISL, UIL, UGL, ancora oggi una blanda risposta viene solo dalle segreterie provinciali. Non possiamo fare a meno di notare quindi che ogni qual volta che si cerca di alzare il tiro e far entrare la vertenza nell’agenda sindacale nazionale, allora la palla torna indietro cadendo più lontana di prima. Non sappiamo se questo lassismo, questo aspettare tempo, questa incertezza e questa mancata operatività dipenda dai sindacati locali o sia colpa esclusiva delle segreterie nazionali che , evidentemente avevano preso accordi diversi sulle sorti della Irisbus di Valle Ufita. L’unico fatto certo è che la politica e il sindacato continuano a giocare al “rimpiattino” lasciando soli i lavoratori e continuando ad assistere impotenti al dramma di centinaia di migliaia di lavoratori esodati e alla chiusura di centinaia di realtà produttive”.