D’Andrea: “Regione ci penalizza sempre di più, correre ai ripari”

“Gli effetti della grave crisi attuale, economici, culturali e di costume, impongono al Paese e alla nostra Irpinia scelte ponderate e comportamenti ineccepibili. La dimensione sempre più periferica che l’Irpinia sta assumendo, di fatto annulla i tentativi e gli sforzi di sottrarre la nostra Provincia al processo di marginalizzazione e di desertificazione verso cui, invece, la si sta colpevolmente e inesorabilmente avviando, negandole quel ruolo fecondo “di terra di mezzo”, capace di promuovere uno sviluppo pedemontano, in grado di contemperare l’inclinazione all’urbanizzazione costiera e la spinta all’abbandono forzato di quegli spazi e luoghi, che sono simboli di storia, di identità e di emozioni. I nostri”. E’ quanto afferma Aldo D’Andrea, esponenente dell’Italia dei Valori.
“Il cosiddetto “napolicentrismo”, deleterio concetto che esprime la scelta strategica regionale di favorire l’area a maggior tasso di urbanizzazione, è generato dalla incuria e dalla indolenza dei ceti dirigenti comprovinciali, piuttosto che da esterne prepotenza altrui, o se si vuole, in misura equa da entrambi i fattori in causa. Questa Amministrazione regionale sta danneggiando fortemente l’Irpinia, e gli effetti sono ben evidenti, vista la chiusura degli Ospedali e il ridimensionamento della Azienda Ospedaliera Moscati, o vista la vertenza Irisbus, su cui la voce della regione Campania è stata pari ad un blando bisbiglio di maniera, o pure la vertenza dei forestali, o quella della annunciata chiusura dei Tribunali con indifferenza della Regione, o, infine, vista la decisione di sopprimere la stazione irpina lungo l’asse Napoli-Bari.
Se poi a questi danni procurati si sommano pure pretese di conservare privilegi e utilità in una realtà campana generalmente immiserita, allora può spiegarsi l’origine del ribellismo e dell’astensione dal voto a cui i cittadini sono ricorsi nell’ultima tornata elettorale, fenomeni motivati da sfiducia e rabbia verso partiti ed Istituzioni. Occorre, allora, essere più forti delle altrui incurie. Premesso che vi è un preliminare di “Piano di coordinamento della provincia di Avellino”, diventa opportuno che su questo sia ponderato l’agire strategico efficace e proficuo in termini di crescita e di sviluppo. Nel Piano sono individuati territori ad urbanizzazione distinta, ed esso ha il merito di dare consapevolezza sullo stato delle cose in Irpinia; sul Piano può, anzi deve, innestarsi il progetto intelligente capace di coniugare ammodernamento e rispetto delle tipicità, capace di esaltare la coesione sociale, nello spirito di lenire le diffuse sofferenze sociali, evidenziatesi in questo periodo di crisi.
Sarebbe perciò auspicabile – conclude D’Andrea – la creazione di un tavolo di mediazione, una Agenzia Provinciale di Crisi, composto da Istituzione e Associazioni dell’imprenditoria da una parte e Banche dall’altra, affinché si chieda e si ottenga maggiore tolleranza sia per ritardati pagamenti, sia per aperture di credito per aziende in difficoltà e/o per famiglie che la crisi ha fatto scivolare sulla soglia dell’indigenza. Una garanzia fidejussoria, che sia di garanzia, e al tempo stesso sia di salvaguardia per imprese e famiglie in difficoltà accertate. E’ necessario fin da ora salvare il salvabile”.

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