Allarme autismo: “Ci viene negato il diritto a curare i nostri figli”

Autismo

Il Presidente Associazione In-Au, Carlo Pecora, ha inviato una lettera alle autorità per portare a conoscenza della grave situazione in cui versano le famiglie che vivono l’autismo nella loro quotidianità.
“La nostra associazione – scrive Pecora – è quotidianamente attiva e presente sul vostro territorio, supporta ed assiste le famiglie con disabilità ed in particolare quelle con autismo. In questo particolare periodo, riscontriamo profonda tristezza nelle famiglie che non riescono ad avere terapie adeguate per i loro figli o chi le aveva le ha perse perché l’Asl di Avellino ha impropriamente deciso che a 12 anni l’assistenza terapeutica debba cessare.
Inoltre molti bambini sono senza assistenza da svariati mesi perché dopo le dimissioni non vi è stato prescritto nessuna alternativa terapeutica.

Ci chiediamo come sia possibile fare integrazione e socializzazione restando chiusi in un centro diurno insieme ad altri pazienti autistici anziché con ragazzi normodotati?

Chiediamo alla ASL di farsi carico dell’emergenza autismo nella nostra Provincia, di rendere chiari ed espliciti i progetti ed i servizi per le persone autistiche, le risorse umane e finanziarie rese disponibili, le procedure per l’ingresso e l’uscita da ogni percorso riabilitativo e terapeutico. In particolare le tre Associazioni richiamano l’attenzione affinché siano assicurati i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) per tutti i soggetti con diagnosi rientranti nel Disturbo dello Spettro Autistico senza limiti di età e pertanto la continuità terapeutica secondo le più recenti e accreditate metodologie, prima di tutto il metodo ABA, nonché altre tecniche ad indirizzo comportamentale”. Di seguito specifichiamo:
per la fascia 0 – 12 anni, assicurando l’immediata presa in carico dei bambini con diagnosi di autismo in lista d’attesa, nonché l’incremento delle ore di terapia e trattamento per i bambini che fruiscono di servizi limitati a sole sei ore settimanali ex art. 26, e che siano garantite comunque a tutti, un numero di ore di terapia (almeno 15h settimanali) e supervisione (almeno 15h anno) coerenti con le indicazioni della LG21;
per la fascia 12- 18 anni, assicurando la continuità terapeutica secondo le più recenti e accreditate metodologie, prima di tutto il metodo ABA, escludendo categoricamente che al compimento dei 12 anni siano interrotte o ridotte le terapie comportamentali, prevendendo e programmando da subito, anche per gli adulti over 18 anni, ogni più opportuna assistenza terapeutica adeguata all’età ed ogni supporto anche fino all’inserimento ad un lavoro protetto.
Vi scriviamo perché le famiglie coinvolte ed i loro figli fanno parte della vostra comunità è sono vostri cittadini, inoltre da padri di famiglia capirete bene la situazione che stiamo vivendo, ci viene negato il diritto a curare i nostri figli come previsto dalla legislazione in vigore e nel miglior modo possibile”.

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