25 Aprile: “Festa di tutti”

25 Aprile: “Festa di tutti”
Ma bisogna capire cosa s’intende per “Festa di tutti”. La Resistenza ha visto la partecipazione di uno variegato e ampio quadro. C’erano le Brigate Garibaldi, nate su iniziativa del PCI; le Brigate Matteotti, legate al Partito socialista; le Brigate Giustizia e Libertà, legate al Partito d’Azione; i…

25 Aprile: “Festa di tutti”

Ma bisogna capire cosa s’intende per “Festa di tutti”. La Resistenza ha visto la partecipazione di uno variegato e ampio quadro. C’erano le Brigate Garibaldi, nate su iniziativa del PCI; le Brigate Matteotti, legate al Partito socialista; le Brigate Giustizia e Libertà, legate al Partito d’Azione; i gruppi dei partigiani cattolici. Ma vi erano anche le Brigate Bruzzi Malatesta di ispirazione anarchica, e le Brigate Autonome costituite da ex-militari, persone prive di referenti politici e in qualche caso addirittura da simpatizzanti per la monarchia. Una lotta comune, una festa di tutti, che a tutti ha portato in dote il ritorno della democrazia in un paese funestato dalla guerra e da vent’anni di fascismo. Di tutti, sì, ma senza fraintendimenti: è innegabile il contributo che la Sinistra comunista e socialista ha dato alla lotta di Liberazione, per quanto forte sia “la resistenza” di Berlusconi a riconoscerlo. E soprattutto “festa di tutti” non vuol dire che possa essere equiparato il ruolo dei Partigiani con quello dei combattenti di Salò e dei repubblichini, che difesero il fascismo e si misero al fianco del nazismo: chissà dove saremmo ora, se i secondi avessero avuto la meglio. Questa tendenza al revisionismo storico non è nuova nel nostro paese. Neanche nei discorsi del suo leader che non a caso, in quindici anni, non ha mai celebrato la ricorrenza del 25 aprile. Questo 25 aprile sia giornata di lotta a difesa della democrazia, a difesa del lavoro, a difesa dello stato sociale.

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