Agronomi, ecco cosa cambia dopo la riforma

La riforma degli ordini professionali interesserà anche gli agronomi irpini. L’Ordine provinciale di Avellino, guidato dal dott. Tommaso Vitale, si prepara ad accogliere i cambiamenti, in linea con quanto disposto dall’Ordine Nazionale. Diverse le modifiche previste nell’Ordinamento professionali dei dottori agronomi e dei dottori forestali. Il Consiglio Nazionale, guidato da Andrea Sisti ha già attivato diverse iniziative sul territorio per approfondire l’argomento. A fine 2011 è stato anche in Irpinia per discutere con gli iscritti irpini delle novità previste dalla riforma degli origini professionali. Entro il prossimo 13 agosto infatti gli ordini professionali si dovranno uniformare agli ordinamenti principali di riforma contenuti nel Decreto Legge. Ricerca applicata alle energie dell’agricoltura, pianificazione e gestione dell’ambiente e del paesaggio, conservazione delle biodiversità sono solo alcuni settori di interesse dei dottori agronomi e forestali. Fondamentale è il contributo dei Dottori agronomi e forestali nelle valutazioni di impatto ambientale, nelle certificazioni dei prodotti agro alimentari locali, nell’inverdimento di superfici edificati nonché l’attenzione per i giovani nella ricerca e nello sviluppo della professione. Un ampio raggio di interessi che determinano l’importanza di questa professione. Accesso alla professione, formazione permanente, assicurazione, consiglio di disciplina ed accesso alla professione. Sono questi i punti nei quali l’Ordinamento subirà le maggiori modifiche. Tra le linee guide vi sono alcuni articoli di notevole interesse: L’accesso alla professione è libero e il suo esercizio è fondato e ordinato sull’autonomie sull’indipendenza di giudizio, intellettuale e tecnica, del professionista. La riforma prevede l’obbligo per il professionista di seguire percorsi di formazioni continua permanente predisposta sulla base di appositi regolamenti emanati dai consigli nazionali. Prevista nel testo inoltre la disciplina del tirocinio per l’accesso alla professione deve conformarsi a criteri che garantiscano l’effettivo svolgimento dell’attività formativa e il suo adeguamento costante all’esigenza di assicurare il miglior esercizio della professione. Il compenso spettante al professionista è pattuito per iscritto all’atto del conferimento dell’incarico professionale prendendo come riferimento le tariffe professionali. In effetti, sono già stati eliminati i minimi e i massimi dagli onorari professionali. A tutela del cliente, il professionista è tenuto a stipulare idonea assicurazione per i rischi derivanti dall’esercizio dell’attività professionale. Gli ordinamenti professionali dovranno prevedere l’istituzione di organi a livello territoriale, diversi da quelli aventi funzioni amministrative, ai quali sono specificamente affidate l’istruzione e la decisione delle questioni disciplinari e di un organo nazionale di disciplina. La pubblicità informativa, con ogni mezzo, avente ad oggetto l’attività professionale, le specializzazioni ed i titoli professionali proceduti, al struttura dello studio e i compensi delle prestazioni, è libera. E’ opportuno tener conto anche delle sezioni e titoli professionali in quanto l’ordine sarà composto dalla sezione A e dalla sezione B. Ai primi spetta il titolo di dottore agronomo e dottore forestale mentre la B è ripartita nei seguenti settori: agronomo e forestale, zoonomo, biotecnologico agrario e pertanto spettano i seguenti titoli professionali: agronomo e forestale junior. L’iscrizione alla sezione A è subordinata al superamento di apposito esame di Stato e per accedervi è necessario il possesso di laurea specialistica in scienze e gestione delle risorse rurali e forestali, sciente e tecnologie agrarie, scienze e tecnologie agroalimentari, scienze e tecnologie agrozootecniche, biotecnologie agrarie, architettura del paesaggio, architettura e ingegneria edile, ingegneria per l’ambiente e il territorio, pianificazione territoriale urbanistica e ambientale, scienze e tecnologie per l’ambiente e il territorio e scienze per la cooperazione allo sviluppo. L’esame di Stato è articolato in due prove scritte, una prova pratica e una orale.

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