Boom di pasti pronti, ma ad Avellino regge la cucina di casa

Italiani sempre più pigri in cucina: aumentano del 2,2% le imprese che producono piatti pronti, precotti e take away, portando a 37.040 le attività nel 2017, contro le 36.253 del 2016, con un peso del 38,1% sul totale delle imprese italiane del settore alimentare. Roma è prima con 2.949 attività (+3,7%), seguita da Milano con 1.807 (+3%) e Torino con 1.515 (+1,7%). Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano. Tra i settori più ampi, considerando i valori assoluti, spiccano i dati relativi alle imprese che producono pasti da asporto con 35.477 attività in Italia, i produttori di pane e prodotti di pasticceria (29.417) e i produttori di paste alimentari e cous cous (4.898). Tra le principali specializzazioni delle regioni italiane troviamo la Campania prima nella lavorazione e conservazione di frutta e ortaggi (20% circa nazionale tra i vari settori) e nella produzione di cacao, cioccolato, caramelle e confetterie (21,3%), l’Emilia Romagna prima per produzione di prodotti a base di carne (27,3%), la Sicilia nella lavorazione e conservazione di pesce, crostacei e molluschi (22%), la Puglia nella produzione di vini (17,2%), la Lombardia nella produzione di margarina e di grassi commestibili simili (43%), bevande analcoliche e acque (15,6%) e produzione di piatti pronti (15% circa tra i vari settori). In controdentenza il dato irpino. Nella provincia di Avellino le imprese che producono pasti pronti e da asporto sono calate rispetto all’anno scorso del 2% mentre quelle legate all’industria alimentare sono aumentate dell‘1,1%.

SPOT