Ex Isochimica, Asl Avellino: “Abbiamo fatto il nostro dovere”

AVELLINO – “In riferimento ai ripetuti articoli e servizi degli Organi di informazione riguardanti la vicenda dei lavoratori dell’ex Isochimica, l’Asl Avellino, – si legge nella nota – per chiarire definitivamente il proprio ruolo e le proprie funzioni, si vede costretta a emanare la presente nota di precisazione per mettere fine a tentativi di strumentalizzazione politica e di falsificazione della realtà.
La ex Asl Avellino 2, con Delibera n. 191 del 9 aprile 2003, istituì I’Unità Operativa Amianto, così come previsto dalla legge regionale, dando inizio al programma di sorveglianza. Tutti i lavoratori rintracciabili, residenti nei 65 Comuni afferenti all’ambito territoriale della ex Asl Av2, furono invitati a presentarsi per sottoporsi a visita medica e a sorveglianza sanitaria. Successivamente, nel 2007, la Giunta Regionale della Campania approvò il Programma di Sorveglianza Sanitaria per gli esposti ad amianto, con il relativo piano di finanziamento. E l’Asl Avellino fu individuata come sede dell’Unità Operativa Amianto n°5, con competenze anche nel territorio dell’Asl Avellino 1 e dell’Asl Benevento. A livello regionale si costituì un Gruppo di Coordinamento, venne stilato un cronoprogramma delle attività con l’elaborazione di un programma di sorveglianza sanitaria e l’istituzione di una cartella clinica, poi furono stabiliti i criteri per la valutazione dell’esposizione e venne concordato che la partenza del programma dovesse avvenire contestualmente tra tutte le Unità Operative Amianto.
Verso la fine del 2009, perdurando difficoltà organizzative e logistiche per alcune Unità Operative Amianto istituite in altre Asl regionali, l’Asl Avellino avviò la propria attività comunicando l’inizio delle operazioni di sorveglianza che si svolsero attraverso le seguenti fasi: arruolamento di tutti gli ex esposti; convocazione a visita con compilazione della cartella sanitaria; informazioni sul significato della sorveglianza sanitaria; effettuazione dell’esame Tac ad alta risoluzione del torace, rimandando l’effettuazione degli ulteriori esami ad una fase successiva appena terminato l’allestimento strumentale-logistico e in attesa del completamento della rete regionale.
Pertanto, furono censiti 216 lavoratori ex esposti ad amianto residenti nel territorio dell’Asl Avellino, pari all’82 per cento dei lavoratori e si decise di inoltrare un nuovo invito a chi non si era presentato a visita. I lavoratori sottoposti a visita furono informati sul significato della sorveglianza sanitaria, sull’utilità degli accertamenti e sui risultati degli stessi, di cui ne fu consegnata copia a ognuno di loro. Tutti coloro che necessitavano di ulteriori approfondimenti clinici diagnostici specialistici, furono poi indirizzati presso strutture di secondo livello, come la Broncopneumologia dell’Azienda Ospedaliera Moscati di Avellino o la Medicina Nucleare dell’Ospedale Monaldi di Napoli. Inoltre, per chi presentava alterazioni compatibili con esposizione ad amianto, fu avviato il percorso medico-legale con denuncia della malattia professionale all’Inail, con consegna a ognuno della copia del referto degli accertamenti sanitari effettuati, del dischetto dell’esame Tac torace e il certificato medico da presentare all’Inail.
Negli anni 2010-2011, circa il 90 per cento di tutte le denunce di malattia professionale inoltrate all’Inail sono state segnalate proprio dall’Unità Operativa Amianto dell’Asl Avellino, la quale ha sottoposto a visita medica anche 22 ex esposti ad amianto della provincia di Salerno, dove non è ancora attiva l’Unità Operativa. Le diagnosi effettuate dall’Asl Avellino sono state poi confermate dalle visite e dalle analisi svolte presso la Medicina del Lavoro dell’Università di Siena.
I dirigenti dell’Unità Operativa Amianto hanno partecipato a innumerevoli incontri con i rappresentanti dell’associazione degli ex lavoratori, con i quali si è discusso del programma di sorveglianza sanitaria, della tipologia e dei tempi di esecuzione degli accertamenti, del percorso medico-legale e assistenziale, inoltre l’Asl ha adottato un piano per l’esecuzione di ulteriori accertamenti a completamento del programma di sorveglianza sanitaria, con scadenza 30 maggio 2012.
Pertanto, allo stato, tutti i procedimenti e le funzioni a carico dell’Asl sono stati espletati. L’Asl, quindi, è costretta a ribadire che non può revisionare visite mediche già effettuate. Pur comprendendo i motivi e le ragioni sollevate dagli ex lavoratori dell’Isochimica, bisogna far presente che la legislazione attuale prevede per il riconoscimento dell’anticipazione della pensione e dei buoni previdenziali almeno 10 anni di esposizione e condizioni di lavoro a rischio. Senza queste condizioni, non essendo confermata la malattia professionale riconducibile direttamente all’esposizione ad amianto, l’Inail non riconosce tali diritti.
In conclusione, l’Asl Avellino ha svolto il proprio ruolo e le proprie funzioni in ottemperanza di tutte le leggi vigenti e non può intervenire in competenze esclusive di altri enti”.

SPOT