Frigento, unione dei comuni per salvare ufficio Giudice di Pace

FRIGENTO – Uniti contro la soppressione del giudice di pace. È questa la risposta dei comuni di Frigento, Sturno, Gesualdo e Villamaina che non vogliono perdere l’importante istituto che regola la giustizia minore nei loro piccoli paesi. Amarezza e contrarietà sul principio della norma è stata espressa dal sindaco di Frigento, Luigi Famiglietti, e dai suoi colleghi Aurelio Cangero, sindaco di Sturno, Carmine Petruzzo, sindaco di Gesualdo, Raffaele Di Ieso, vicesindaco di Villamaina, tutti riuniti a Frigento per trovare una soluzione al mantenimento del giudice di pace.
“Siamo pronti a varare un documento congiunto di protesta al ministero – dice il sindaco Famiglietti, fautore dell’iniziativa – inoltre raccoglieremo le firme di tutti gli avvocati che si battono per il mantenimento di questo importante istituto di giustizia minore che ogni giorno risolve un sacco di controversie. Convocherò presto un consiglio comunale aperto per informare i nostri concittadini”. Parole pienamente condivise dagli altri sindaci dei paesi limitrofi.
C’è un’unica via d’uscita per salvare il giudice di pace, come rilevato dai primi cittadini riuniti nella sala giunta del comune di Frigento: appellarsi all’articolo 3 dello stesso decreto legislativo recante “Revisione delle circoscrizioni giudiziarie – Uffici dei giudici di pace, a norma dell’articolo 1, comma 2, della legge 14 settembre 2011, n. 148”. L’articolo 3, comma 2, recita esplicitamente: “gli enti locali interessati, anche consorziati tra loro, possono richiedere il mantenimento degli uffici del giudice di pace, con accorpamento, facendosi integralmente carico delle spese di funzionamento e di erogazione del servizio giustizia nelle relative sedi, ivi incluso il fabbisogno di personale amministrativo che sarà messo a disposizione degli enti medesimi”.
I quattro comuni in questione sono pronti ad accollarsi suddette spese per mantenere il giudice di pace a Frigento che svolge un servizio necessario e fondamentale. Certo è che dopo la norma che abolirebbe i tribunali minori nelle nostre zone (a rischio sono i due tribunali di Ariano Irpino e di Sant’Angelo dei Lombardi), quella di abolire anche i giudici di pace nei piccoli comuni è un altro duro colpo alla giustizia locale. Insomma una crisi che non risparmia proprio nulla e rischia di eliminare servizi necessari per il cittadino.
“La chiusura dei tribunali minori è un obbrobrio”, è la convinzione manifesta e condivisa dei sindaci riuniti a Frigento. Per questo il loro impegno tenderà a salvare almeno questi uffici che regolano la giustizia minore sul territorio anche a costo di doversi accaparrare le spese in compartecipazione. E in tempi di crisi questo non è poco. Ma è anche un po’ questa l’idea che dovrebbe essere alla base dell’Unione dei Comuni, ente a cui Frigento, Sturno, Gesualdo e Villamaina hanno aderito. E la volontà congiunta di voler mantenere il giudice di pace in loco ne è la dimostrazione.

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