Patto Baronia, la Cgil non lo firmò

Patto Baronia, la Cgil non lo firmò
La Cgil di Avellino non siglò il patto per lo sviluppo della Baronia. L’Allora segretario provinciale della CGIL, Ruggero Cutillo, non sottoscrisse l’intesa per il patto della Baronia, in quanto non riteneva ci fosse un’idea di sviluppo che facesse riferimento ad una strategia di sistema e ad una po…

Patto Baronia, la Cgil non lo firmò

La Cgil di Avellino non siglò il patto per lo sviluppo della Baronia. L’Allora segretario provinciale della CGIL, Ruggero Cutillo, non sottoscrisse l’intesa per il patto della Baronia, in quanto non riteneva ci fosse un’idea di sviluppo che facesse riferimento ad una strategia di sistema e ad una politica occupazionale in grado di rispondere alle esigenze della zona della Baronia. Troppe attività piccole e senza respiro di sviluppo organico venivano finanziate con il Patto della Baronia, ed i fatti delle ultime ore sembrano dare ragione alla CGIL. “Ciò nonostante – afferma il segretario provinciale della CGIL di Avellino, Vincenzo Petruzziello – siamo preoccupati per i risultati dell’indagine e per quanto scoperto dalla Guardia di Finanza, alla quale va il plauso del sindacato. Con quest’ultima vicenda registrata in irpinia si pone ancora una volta il problema della selezione di una classe imprenditoriale seria, leale, rispettosa delle leggi, che abbia come linea ispiratrice della propria azione, la produzione, lo sviluppo e l’occupazione. La CGIL – continua Petruzziello – ritiene i patti strumenti utili allo sviluppo dell’Irpinia, ma occorre vigilare e per questo proponiamo che gli organi competenti effettuino un monitoraggio puntuale di tutti i Patti e le esperienze imprenditoriali presenti in Irpinia che hanno beneficiato degli aiuti di Stato ed europei, per verificare se ai piani originari di insediamento corrisponda in termini di produzione ed occupazione, il risultato preventivato in fase di istruttoria. Se sarà ancora possibile – conclude Petruzziello – si faccia ora in modo di recuperare i fondi distratti dagli imprenditori incriminati, per convogliarli in un serio progetto di sviluppo della Baronia, anche in previsione dell’insediamento dell’alta capacità e della stazione logistica, che dovrà insediarsi proprio nell’area oggi teatro dell’ennesima truffa, ai danni dello Stato, ma anche a danno di migliaia di lavoratori”.

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