Sasso (pcl): “Morti bianche è piaga sociale”

Sasso (pcl): “Morti bianche è piaga sociale”
Ernesto Sasso, candidato PCL alla Provincia, in una nota esprime il suo parere sul problema delle morti bianche, che in Irpinia fa registrare diversi casi. “Una delle maggiori piaghe sociali che grava sul nostro Paese riguarda senza dubbio le cosiddette morti bianche – afferma Sasso -, un fenomeno c…

Sasso (pcl): “Morti bianche è piaga sociale”

Ernesto Sasso, candidato PCL alla Provincia, in una nota esprime il suo parere sul problema delle morti bianche, che in Irpinia fa registrare diversi casi. “Una delle maggiori piaghe sociali che grava sul nostro Paese riguarda senza dubbio le cosiddette morti bianche – afferma Sasso -, un fenomeno cui purtroppo non si è ancora riuscito a porre un freno nonostante se ne parli continuamente poiché quasi ogni giorno, in qualsiasi parte d’Italia, si registrano casi del genere; anche l’Irpinia spesso viene toccata da simili eventi luttuosi, l’ultimo in ordine di tempo soltanto venerdi scorso, che sono soltanto l’apice di una sistematica infrazione alle più comuni norme di sicurezza che i datori di lavoro scelgono volutamente di ignorare soltanto per ridurre i costi e le spese oppure per poter gestire in maniera diversa le risorse economiche a loro disposizione. Molto frequentemente sono i cantieri edili ad essere teatro di decessi definiti accidentali ma che in realtà sono soltanto dovuti alla negligenza di coloro che sono deputati alla messa in sicurezza dei luoghi di lavoro e che invece, favoriti anche da una legislazione che li tutela non infliggendo loro pene troppo severe, preferiscono svolgere con troppa superficialità il loro compito. Anzitutto occorrerebbe intensificare i controlli, estendendoli a tutte le attività lavorative sparse all’interno del territorio, poiché il fattore di rischio non dipende dal lavoro ma dal modo in cui lo si svolge: sia in un cantiere che in un piccolo supermercato, ad esempio, potrebbero verificarsi condizioni non idonee al compimento sicuro della propria mansione; inoltre gli stessi controlli dovrebbero essere effettuati in modo rigoroso e serio da persone in grado di valutare tutte le condizioni presenti nell’area di lavoro e soprattutto capaci di non farsi abbindolare, da parole o da altro, dai padroni. Verso questi ultimi, inoltre, dovrebbero essere inasprite le sanzioni, che dovrebbero essere non solo penali o pecuniarie ma soprattutto dovrebbero prevedere la requisizione dell’attività illegale e del patrimonio del titolare, ridistribuendolo in modo equo a tutti gli operai. Soltanto attraverso una profonda opera di risanamento sociale sarà infatti possibile attenuare, se non eliminare del tutto, il fenomeno del lavoro sommerso e delle conseguenti morti bianche; il PCL da sempre ha sostenuto posizioni nette a favore dei lavoratori e si è sempre battuto contro l’ostracismo delle classi dirigenti liberiste che invece si sono sempre prodigate affinché le imprese godessero di ripetuti privilegi, sia fiscali che materiali. È arrivato il momento di comprendere che l’asse portante dell’intero sistema economico mondiale sono i lavoratori, che producono e rendono attive le aziende, le quali invece intendono il loro patrimonio umano come semplice manovalanza da impiegare senza misure preventive e di cui disporre a proprio piacimento.”

SPOT