Strade dissestate, buche ricoperte dall’acqua. Questa mattina, lungo la strada che dal Rione San Tommaso conduce verso la Variante, una Bmw è finita in una delle tante buche. Sono intervenuti i Vigili Urbani per compiere l’accertamento dei danni all’autovettura e ascoltare il conducente.
Proprio in quella strada, due giorni fa, a 20 metri dall’enorme buca in cui è finita la Bmw, erano all’opera alcuni operai che stavano ricoprendo altre buche con asfalto. Sarà finito l’asfalto per completare illavoro, probabilmente. Perchè è incomprensibile il motivo per il quale sia stata lasciata vuota quella evidente buca.
Chi controllava i lavori non s’è accorto che c’erano altre buche da ricoprire? Ma soprattutto: chi effettivamente controlla i lavori?
Ora il proprietatio dell’auto, potrà chiedere il risarcimento dei danni al Comune fornendo l’onere della prova, ovvero la dimostrazione delle altrui responsabilità e della propria buona condotta di guida.
Il punto di partenza è questo: la responsabilità dell’amministrazione. In pratica, il codice civile (art. 2051) stabilisce che qualsiasi soggetto proprietario o custode di una cosa (quale appunto la strada) è sempre obbligato al risarcimento per i danni da essa prodotti a terzi, a prescindere da una eventuale sua colpa o malafede. È ciò che si chiama responsabilità oggettiva, quella cioè che prescinde dall’atteggiamento psicologico del titolare del bene, ma che scatta per il semplice rapporto oggettivo tra il soggetto e la cosa.
Secondo giurispridenza, come sancito dal il Tribunale di Napoli (sentenza n. 144 dell’8.01.2016), il potere di controllo su un bene di proprietà, va inteso come effettiva possibilità di governare il bene stesso e quindi di farlo oggetto di attività di controllo della sua pericolosità e di intervento per manutenzione tutte le volte che si renda necessario. Spetta quindi all’ente proprietario della strada dimostrare che la caduta sia stata imputabile ad un fattore estraneo al proprio onere di custodia della strada.