Dal 24 gennaio al giorno in cui fu distrutto da ignoti, l’autovelox posizionato lungo la corsia che da Avellino va verso Salerno, nei pressi dello svincolo di Montoro nord, aveva fotografato 1100 automobilisti che andavano oltre il limite massimo di 80 kmh consentito in quel tratto in leggere discesa.
Numerosi sono stati i destinatari delle contravvenzioni che si sono rivolti al Giudice di Pace di Montoro che ha accolto le istanze e revocato i verbali, le sanzioni e ovviamente l’obbligo di comunicare chi fosse alla guida dell’autovettura multata.
La Prefettura di Avellino, in rappresentanza del Ministero dell’Interno, in gran parte dei casi è stata condannata a risarcire le spese legali.
Per l’altro autovelox installato sulle strade irpine, quello di Atripalda (sia fisso che mobile) sarebbero già duemila le foto scattate ma, pure in questo caso, i ricorsi saranno numerosi e difficilmente il Comune riuscirà a centrare l’obiettivo degli incassi programmati. Tanto meno a porre in essere l’obiettivo di fare prevenzione: gli autovelox servono solo a fare cassa. Eppure, a poca distanza dal luogo ove staziona l’autovettura dei Vigili Urbani di Atripalda con l’autovelox mobile, c’è un incrocio pericoloso che insiste nel territorio comunale, dove si registrano continuamente infrazioni da parte di automobilisti che disattendono il divieto di svolta a sinistra. Gli incidenti sono stati numerosi eppure i controlli dei vigili di Atripalda non avvengono. In quel caso sia la prevenzione che la repressione potrebbero servire ai fini della sicurezza stradale.