Il sogno da bambino del sindaco di Avellino?
Spostare gli autobus da Piazza Macello al piazzale antistante lo stadio Partenio.
Eppure c’è una autostazione che da anni attende di essere messa in funzione, milioni di euro spesi per realizzare un’opera che dovrebbe finalmente entrare in funzione nel giro di qualche mese.
Da una parte l’annuncio dell’Air che assicura di risolvere finalmente il problema dello stazionamento dei bus, destinati nella sede più logica, quella della autostrazione.
In quella zona da qualche mese arrivano a partono bus di linea per destinazioni dell’hinterland avellinese.
Dall’altra c’è l’idea di un sindaco che annuncia trionfalmente qualcosa che la realtà ha già ritenuto una soluzione impossibile.
Tra una partita a bigliardino e una canzone, Gianluca Festa ha pensato di trasferire i bus nel piazzade dello stadio Partenio e, a sua volta, dislocare il mercato degli ambulanti altrove, magari alla frazione Valle.
Oppure nell’attuale autostazione, no?
Dicesi autostazione…
Autostazione, secondo il vocabolario italiano, è quel “Complesso di impianti destinati allo stazionamento degli automezzi dei servizi di linea, con funzione e servizi analoghi a quelli delle stazioni ferroviarie”.
Serve proprio allo scopo: ospitare gli autobus. Perchè trasferire quei mezzi allo stadio?
Ma è l’Avellino da fantascienza, quello visto con 200 anni di anticipo rispetto agli umani normali.
In pratica l’autostazione esiste, perchè pensarne un’altra? E’ l’opera realizzata in Via Pini, alle spalle di Via Colombo, nei pressi della Questura di Avellino.
Si dirà che lì vicino ci sono tantissimi palazzi di nuova costruzione, uffici e appartamenti i cui occupanti che potrebbero essere disturbati dal prevedibile caos provocato dalla presenza di autobus e viaggiatori.
Ma l’opera, quando fu progettata, si sapeva che avrebbe portato confusione nella zona ma pure valorizzazione per gli immobili.
Soluzione strana
Diamo per buona la soluzione del sindaco: spostare i bus allo stadio. E l’autostazione che funzione avrà? Essere destinata al mercato degli ambulanti, oppure a centro commerciale tipo “Il mercatone” oppure c’è qualche altra idea eccezionale da portare avanti?
Un uomo che di queste cose ne capisce, semplicemente perchè è stato per anni direttore generale dell’Air e quindi conosce le dinamiche del trasporto urbano ed extraurbano ha drasticamente bocciato l’idea del sindaco Festa, invitandolo a pensare meglio alle cose che offre quale pubblico annuncio.
Costantino Preziosi evita di parlare dell’autostazione, che è la sede naturale per lo stazionamento degli autobus. Dice chiaro e tondo che è impensabile il trasferimento dei mezzi pubblici presso il piazzale dello stadio Partenio.
Sindaco, ma che dici?
«L’ipotesi di spostare il terminal bus dell’Air nel piazzale dello stadio è semplicemente assurda. Ci aveva provato già Foti, ed io gli spiegai che era impraticabile per ragioni sia economiche che tecniche e logistiche», ha dettato Preziosi, consigliere comunale capogruppo di «La Svolta».
«Si tratta di una soluzione che non avrebbe senso, né in via temporanea, né in via definitiva: basi pensare agli investimenti necessari per infrastrutturare il piazzale. E poi come vi arriverebbe l’utenza in quella zona isolata? Occorrerebbe una serie di navette, in collegamento con il centro, per trasportare la gente dai diversi punti della città. E questo avrebbe un costo che il Comune, soprattutto in pre-dissesto, non può sobbarcarsi»
Quindi la soluzione più semplice e il quesito che pure un bambino risolverebbe in modo facile (Festa sognava di fare il sindaco da bambino, vero?)
Alberi al posto dell’autostazione
Conclude Preziosi: «Con la soluzione sognata dal sindaco, si annullerebbero tutti i possibili benefici derivanti dalla realizzazione dell’autostazione di via Pini. Cosa ne sarebbe poi quell’opera?».
La soluzione, in questo caso, sarebbe automatica: abbattiamola e magari costruiamo lì un asilo nido, oppure un palazzetto dello sport, magari pianteremo alberi di acero perchè, come dice il sindaco Festa “Occorre un piano che tenga conto del tasso di inquinamento, del numero degli abitanti e dell’attuale presenza di piante”.
E vai, sindaco!