Baby prostitute ad Avellino, don Aniello: “I giovani vittime del vuoto educativo”

Con la scoperta del giro di baby prostitute è stata scritta una pagina nera nella storia della città di Avellino e dell’intera provincia (Leggi anche Sesso a pagamento al circolo “L’incontro” , ora è caccia ai nomi ). Don Aniello Manganiello, il prete anti-camorra, scrittore e fondatore dell’associazione ‘Ultimi’ oggi a Serino per un incontro sulla legalità, parla senza termini di “emergenza educativa. E’ completamente saltata – sbotta – l’alleanza tra le varie agenzie educative: la famiglia, la scuola, la parrocchia con l’oratorio. Saltando quest’alleanza che metteva in rete tutta la comunità educante è rimasto il vuoto, la mancanza di punti di riferimento, l’assenza di educatori nella vita dei ragazzi”.

“Questo episodio di Avellino – continua – la dice lunga sulla necessità che la famiglia ritorni a ricoprire il ruolo che le compete. Non è immaginabile che un genitore non si preoccupi di quello che fa il figlio fuori dagli orari di scuola. O se a scuola ci va o meno. La scuola, dal canto suo, fa quello che può. Ed anche la Chiesa, la parrocchia sta perdendo il suo ruolo, non riesce più ad intercettare i giovani”.

Come è possibile allora invertire la rotta? “Necessario recuperare l’umiltà e riconoscere che abbiamo necessità dell’altro. Una famiglia che si mette contro la scuola e che è pronta continuamente a dare ragione ai figli e non ai docenti è indice di una grande presunzione. Un solo gruppo educativo non può fare fronte a problematiche così vaste e complicate. Necessario dunque recuperare l’alleanza tra le varie agenzie educative nella consapevolezza che da soli non si va da nessuna parte”. “Invogliamo i ragazzi a frequentare luoghi sani” – conclude don Aniello.

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