Il Sindaco di Montemiletto è stato tra i pochi a esprimere un voto contrario al bilancio dell’Alto Calore.
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Con una lunga nota, Massimiliano Minichiello, ha spiegato i motivi della sua decisione.
Ripercorrendo le scelte fatte dalla precedente amministrazione comunale di Montemiletto e di un lunghissimo contenzioso, il sindaco fa rilevare che nell’aprile del 2019, i Consiglieri di minoranza scrivevano, senza esito, all’attuale Amministrazione ACS guidata da Ciarcia richiedendo la restituzione di tutte le somme “ingiustamente richieste” e in buona
parte già versate dagli utenti di Montemiletto alla società ACS, per il periodo rimasto scoperto nel 2015.
Infatti, l’Alto Calore Servizi, relativamente allo stesso periodo, aveva già emesso ben due fatture nei confronti della società MO.SE. per il pagamento della stessa fornitura di acqua.
Ma non è tutto! Infatti, la Società Alto Calore Servizi, dopo il fallimento della MO.SE., ha notificato al comune un atto di citazione in giudizio con il
quale ha richiesto all’Ente comunale il pagamento della fornitura di acqua per il periodo rimasto insoluto fino alla data del fallimento indicando anche le fatture in questione.
Quindi, l’ACS ha richiesto il pagamento della stessa fornitura di acqua per ben due volte, prima alla MO.SE. e, dopo il fallimento di quest’ultima, al
Comune, con un atto di citazione per il quale è ancora pendente giudizio innanzi al Tribunale; successivamente ha preteso addirittura il pagamento della stessa acqua anche dagli utenti. Assurdo!
Ora la questione ancora in essere che preoccupa il Comune, nonostante l’ACS sia già stata ammessa al passivo del fallimento MO.SE., riguarda la causa pendente proposta da ACS innanzi al Tribunale anche nei confronti del Comune per il recupero di quanto preteso nei confronti della MO.SE. per
l’importo complessivo di circa € 2.400.000,00, azionata in virtù di una presunta responsabilità dell’Ente comunale (nella sua qualità di socio unico) per il fallimento della municipalizzata.
Rispetto a tale giudizio, la precedente amministrazione non avendo un quadro chiaro di quanto accaduto ha omesso di rendere fatti, che solo recentemente sono stati puntualmente documentati e depositati, con la speranza che nulla sia ancora pregiudicato dallo stato e per l’esito della causa.
E’ evidente che tutta questa vicenda così complessa, che dura da quasi 10 anni nei quali è stato profuso il massimo impegno nell’attività consiliare per contrastare le azioni dannose, non si è ancora conclusa, dovendo registrare che le decisioni assunte, condizionate da logiche politiche, hanno determinato danni irreparabili per il nostro Comune e per i cittadini, determiando prima il fallimento della MO.SE. e poi il dissesto del Comune, il cui passivo stimato ad oggi in circa 8 milioni di euro potrebbe anche aumentare stante il giudizio ancora pendente con l’ACS.
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