C’erano migliaia di persone lungo Corso Vittorio Emanuele ad attendere l’inizio (in ritardo) del concerto della cantante Arisa.
Delusione poco dopo l’inizio, con l’acustica a dir poco pessima per quanti non erano proprio sotto il palco. Gente che girovagava da una parte all’altra per cercare di captare le note da qualche diffusore migliore dell’altro. Niente da fare.
Sotto e sopra il palco i soliti volti noti, l’amico dell’amico per il selfie che non si nega a nessuno e di cui si fa orgogliosamente bella mostra sui social.
Severi controlli da parte dei Vigili Urbani che hanno elevato centinaia di contravvenzioni per auto e anche moto in sosta vietata. Fortunatamente è andato tutto bene ma poteva scapparci l’incidente.
Vie di fuga pressocchè inesistenti, bottiglie di birra a volontà disseminate sulle strade che confluiscono verso il Corso principale, forze dell’ordine in numero sicuramente inferiore rispetto a quelle messe in azione per l’arrivo del Vescovo, a fine giugno. Tutta le teoria esposta nelle riunioni della Commissione per i Pubblici Spettacoli, purtroppo non ha trovato riscontro nella pratica, nella realtà dei fatti. Ripetiamo: è andata di lusso, per come sono state (dis)organizzate le cose nella realtà, rispetto alle belle parole.
Questo Ferragosto Avellinese che è ormai un lontanissimo ricordo di quello degli anni passati, sarà ricordato per il Circuito di ciclismo che ha bloccato un’intera città per vedere correre pochi “sfigati”, il caos di Via Circumvallazione con le giostre che hanno tolto il posto agli autobus, questo concerto che obiettivamente non ha entusiasmato granchè.
Nessuna luminaria, per risparmiare. Addirittura prima della mezzanotte sono state ridotte le luci dei lampioni: da quattro ad una soltanto. Non si poteva modificare l’orario automatico di spegnimento delle altre tre luci dei lampioni lungo il Corso? Ci voleva un cervellone per pensare una cosa del genere?
Niente fuochi di artificio. Gli amministratori locali prendano spunto da quanto riescono a fare in provincia altri comuni. Questa era la loro ultima occasione prima delle prosisme elezioni. Ma a maggio, andando ai seggi, chi ricorderà quest’ennesimo flop del Comune capoluogo?
Raccogliendo i pareri di tantissimi spettatori del concerto e di chi ha vissuto le giornate ferragostane in città, il risultato è sotto la sufficienza. Appena mediocre, come si faceva una volta a scuola per dare un giudizio. Magari molti saranno rimasti entusiasti. Vorremmo conoscere i pareri dei nostri lettori. Potete scrivere sulla nostra bacheca.