Nel 2016, in 15 regioni viene superato il 5% di consumo di suolo, con il valore percentuale più elevato in Lombardia e in Veneto (oltre il 12%) e in Campania (oltre il 10%). In provincia di Avellino il consumo di suolo nel 2016 è del 7,25% pari a 20.229 ettari con un incremento di consumo del suolo rispetto al 2015 pari a 62 ettari. E’ quanto viene fuori dal report dell’Ispra che ha presentato oggi i dati sul consumo di suolo del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA).
A livello nazionale da novembre 2015 a maggio 2016 l’Italia ha consumato quasi 30 ettari di suolo al giorno, per un totale di 5 mila ettari di territorio. E il futuro non è roseo. Le previsioni dell’ISPRA, che ha ipotizzato gli scenari di trasformazione del territorio italiano al 2050, parlano, nel migliore dei casi (interventi normativi significativi e azioni conseguenti che possano portare a una progressiva e lineare riduzione della velocità di cambiamento dell’uso del suolo), di una perdita di ulteriori 1.635 km2 , di 3.270 km2 in caso si mantenesse la bassa velocità di consumo dettata dalla crisi economica e di 8.326 km2 nel caso in cui la ripresa economica riportasse la velocità al valore di 8 m2 al secondo registrato negli ultimi decenni.
Dal Rapporto emerge che dagli anni ‘50 al 2016, il consumo di suolo nazionale è passato dal 2,7% al 7,6%, con una crescita del 184%. Le colate di cemento continuano ad interessare zone a pericolosità sismica (oggi è ricoperto oltre il 7% nelle aree a pericolosità alta e quasi il 5% in quelle a pericolosità molto alta), idraulica (oltre 257.000 ettari, l’11% del totale del suolo artificiale nazionale) e da frana (circa l’11,8% del totale nazionale, con un incremento medio dello 0,2%), fascia costiera (con un aumento dell’impermeabilizzato nella fascia sotto i 300 metri, pari allo 0,15% a livello nazionale) aree protette (32.800 ettari di territorio consumato ed un aumento di ulteriori 48 ettari tra il 2015-2016) e parchi nazionali. Quella di Monza e della Brianza è la provincia con la percentuale più alta di consumo di suolo rispetto al territorio amministrato (oltre il 40%), con una crescita ulteriore, tra il 2015 e il 2016, di 22 ettari. Seguono Napoli e Milano (oltre il 30%), Trieste, Varese, Padova e Treviso. La maglia nera del 2016 va invece ad alcuni comuni della Provincia di Napoli, che registrano dagli 8 m2 /ab ai 23 m2 /ab di suolo non consumato.