«Ad Avellino e provincia – dice Antonio Santacroce, segretario generale Cisl Fp IrpiniaSannio – i dipendenti del pubblico impiego non sono tutelati allo stesso modo.
Mentre il presidente della Provincia Domenico Biancardi, giustamente, mette in ferie buona parte del personale, e il commissario straordinario di Ariano Irpino chiude gli uffici, molti altri primi cittadini non hanno adottato alcuna misura preventiva.
Per questo, è necessario avviare un confronto con le organizzazioni sindacali, perché l’acquisizione del contributo che possono dare le parti sociali, specie nei momenti che richiedono coesione, è fattore di arricchimento della qualità delle decisioni politiche e amministrative».
Sul punto, la Cisl Fp IrpiniaSannio chiede una convocazione urgente del Prefetto di Avellino.
«Garantire la tutela della salute dei dipendenti pubblici e di tutti i cittadini che entrano in un ufficio della Pa è una prerogativa che si persegue mettendo in atto le misure che servono a mandare avanti la complessa macchina dello Stato, di cui il Paese ha comunque bisogno. Per farlo, bisogna migliorare la protezione professionale di tutti i lavoratori che devono garantire i servizi essenziali».
Al momento i disagi sono diversi. Santacroce sottolinea: «In molti enti pubblici c’è un solo dispenser di soluzione igienizzante, collocato spesso soltanto all’ingresso e nemmeno in tutte le sedi.
Si registra l’assenza di pulizie adeguate all’interno degli uffici così come la presenza di bagni spesso privi pure di sapone e carta. Insomma, pare esserci nessun riguardo per gli uffici aperti al pubblico. Circostanza confermata dal fatto che non è stata ancora concretamente avviata nessuna forma di lavoro agile o soluzioni per i lavoratori più esposti, come quelli con seri problemi di salute, o quelli che devono accudire i propri bambini o assistere familiari con patologie gravi, o ancora quelli costretti a lunghe percorrenze nei mezzi pubblici per raggiungere il proprio ufficio».
Altra tegola quella degli operatori sanitari. Santacroce lancia l’allarme: «Non è normale che gli operatori sanitari, sia nel pubblico sia nel privato, vengano mandati letteralmente allo sbaraglio, in carenza ed addirittura assenza di dispositivi di protezione individuale per non parlare poi delle al quanto contestabili disposizioni comportamentali ricevute o addirittura mai ricevute».
«Nessuno ha fatto tesoro rispetto a quanto avvenuto nei mesi prima in Cina e non si è provveduto per ora e tempo ad impedirne la diffusione. Non serve smantellare il Sistema sanitario, limitando l’accesso alle cure e nel peggiore dei casi chiudendo reparti lasciandoli in stato di abbandono ed incuria».
«Se vogliamo scoraggiare il contagio tutti gli Enti devono adottare direttive efficaci e uniformi sia organizzative che di comportamento. Certamente una rondine non fa primavera».