Lo sport è stata la sua passione: in primis quella per i motori, le corse di regolarità, ricoprendo per trent’anni la carica di consigliere dell’Automobil Club d’Italia, poi quella per il calcio da dirigente dell’Avellino al fianco di Antonio Sibilia agli inizi degli anni ’70 e durante la stagione della promozione in serie B.
Franco Rega era anche appassionato di volley, dapprima quale giocatore al fianco di Pasquale Gengaro, quindi sponsorizzando la squadra avellinese con il marchio Irpinia Motori, contribuendo in modo determinante – con il suo apporto economico – al raggiungimento della serie A.
Laureato in economia e commercio, Rega aveva trasferito la sua passione per i motori e le sue competenze gestionali acquisendo dapprima il marchio Innocenti, diventandone concessionario per Avellino e provincia, acquisendo quindi il prestigioso marchio Mercedes, facendo diventare eleganti possessori di quelle vettura tantissimi suoi amici.
Franco Rega fu costretto poi a lasciare quell’attività che aveva svolto sempre da imprenditore puro, per niente incline a piegarsi a certe dinamiche in contrasto coi suoi valori di onestà e correttezza.
Aveva lasciato i motori delle auto per spostare l’interesse verso quelli marini, dando vita ad una azienda per la produzione di natanti, ad Avellino, anche se nella sua città non c’era il mare.
Consigli disinteressati e preziosi per i suoi clienti, coi quali diventava rigorosamente amico, fornendo suggerimenti indispensabili per chi volesse andare in mare senza rischiare.
Personaggio elegante e garbato, ultimamente era stato costretto a starsene in casa, per una brutta caduta che gli aveva provocato la frattura del femore.
Franco continuava a mantenersi in contatto con il mondo, anche se non era più il “suo”, un modo diverso privo dei valori in cui aveva sempre creduto, prima di tutto l’amicizia, non sempre ripagata.
Era rimasto in casa, senza gli amici di cui sentiva maledettamente la mancanza che non poteva essere colmata da telefonate e messaggi. Ultimamente si era intristito, smettendo di lottare, lasciandosi andare, quasi desiderando di abbandonare il “suo” mondo, dal quale è andato via stamattina, creando un vuoto tra i pochi veri amici su cui poteva ancora contare.