Geriatria critica, Di Grezia: “Servono servizi strutturati in una rete integrata”

paziente anziano

L’invecchiamento della popolazione in Italia è divenuto ormai un fenomeno strutturale. Se da un lato infatti l’aspettativa di vita si è allungata, dall’altro il tasso di fecondità si è notevolmente abbassato. Il risultato di questa combinazione è che ci sono sempre più persone anziane, e sempre più spesso non autosufficienti, che necessitano di attenzioni maggiori e di supporti specifici per poter condurre una vita quanto meno dignitosa.

Una fetta di popolazione molto grande che facilmente, considerata l’età anagrafica e le fisiologiche componenti patologiche relative, può passare dallo stato di fragilità a quello di criticità. Il discorso relativo alla figura dell’anziano, dunque, diviene di spiccata attualità e di grande centralità, a partire proprio dal campo medico-sanitario.

E la conferenza “Il paziente anziano: dalla fragilità alla criticità” di sabato 19 maggio, a partire dalle ore 8.30 presso la Sala Convegni dell’Hotel de La Ville di Avellino, vuole rappresentare proprio l’occasione per una riflessione ampia e strutturata sulla figura dell’anziano attraverso l’analisi delle problematiche più complesse che lo riguardano e la gestione terapeutica integrata grazie al coordinamento multidisciplinare dei diversi specialisti.

Il corso, aperto a Medici Chirurghi specialisti in Geriatria, Cardiologia, Oncologia, Malattie Metaboliche e Diabetologia, Medicina Interna e Medicina Generale, nonché alla classe infermieristica, è presentato dal dr. Francesco Di Grezia, Direttore della UOC di Geriatria dell’AORN Moscati di Avellino.

<<L’anziano è un paziente di difficile gestione, soprattutto perché è un soggetto che per definizione porta con sé un pesante carico di patologie che può minare alla sua autonomia e che grava sulla sua condizione di salute. In linea generale, gli anziani di successo sono pochi, la maggior parte di essi è fragile, afflitta dalle solite patologie della vecchiaia. Fino a quando si riesce a conservare l’equilibrio va tutto bene, ma se questo si spezza allora facilmente si passa alla criticità. E sicuramente più elevata è la fragilità, maggiore il rischio di criticità. E’ nostro desiderio, dunque, ribadire la centralità di questi concetti e discuterne attraverso un incontro che vanta la presenza delle voci ospedaliere e universitarie più referenziate del Paese>>.

Cosa è necessario fare con l’anziano critico? <<L’anziano acuto, o critico, se trattano nel modo giusto, può recuperare parzialmente o totalmente la propria autonomia. E condurre un percorso di vita soddisfacente. La geriatria, infatti, non tende alla guarigione, ma all’autonomia e alla qualità della vita. E ciò è possibile solo grazie a strutture avanzate e integrate>>.

In oltre trent’anni di attività, cosa può dire della Geriatria avellinese? <<Nella nostra regione siamo limitati a poche strutture, ma ad Avellino siamo riusciti nel tempo a costruire una buona cultura di tipo geriatrico. Ciò che è mancato nella nostra provincia è stata una rete integrata di servizi e di assistenza per offrire la migliore condizione per gli anziani. Avellino ha rappresentato un terreno molto favorevole, la prima realtà in Campania per cure intensive, ma gradualmente pare l’attenzione si stia riducendo perché è diffuso, in generale nella nostra società, il pensiero che l’anziano sia solo un soggetto da riabilitare. La geriatria invece deve combattere la criticità, mentre purtroppo a malincuore noto che si diffonde la concezione che l’anziano sia solo un soggetto inattivo  improduttivo, un peso insomma>>.

Attualmente qual è la situazione del reparto avellinese? <<In base al decreto regionale, è previsto un piano di accorpamento tra l’Ospedale Moscati di Avellino e l’Ospedale Landolfi di Solofra, e credo che ciò non rappresenti la decisione giusta. Sarebbe necessario infatti che la Geriatria per acuti resti presso il Moscati, luogo dove convivono tutte le professionalità utili a scendere in campo al servizio dell’anziano. Abbiamo a disposizione una struttura adeguata che offre i migliori servizi e interventi plurispecialistici.  Diverso il discorso per anziani da riabilitare o per i lungodegenti, dove sono utili i servizi territoriali. Ciò che serve sono più servizi strutturati in una rete integrata, sicuramente non il trasferimento di un reparto>>.

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