Con toni trionfalistici, lo scorso 15 novembre, i componenti della commissione lavori pubblici del Comune capoluogo, insieme all’assessore Rita Sciscio avevano annunciato: “I lavori del tunnel di Avellino termineranno entro il 31 marzo 2019″.
La gente fece festa, canti e suoni in tutta la città, momenti di emozioni per la notizia della consegna di un’opera costata 18 milioni di euro, spesi durante gli 11 anni di lavori per realizzare quei 730 metri che vanno da Piazza Garibaldi fino a Via San Leonardo.
Roba da fare impallidire quelli che parlano della Tav tra Italia e Francia.
Ora si scopre che il termine stabilito rischia di saltare e agli amministratori viene l’affanno.
Soltanto a loro, perchè ormai i cittadini sono rassegnati e stanchi, neppure più s’incazzano nel vedere quel cantiere perennemente aperto, con le maestranze della ditta appaltatrice che stazionano in quella zona, più che altro per giustificare lo stipendio più che per compiere lavori.
E così si scopre, adesso, che mancano le indicazioni delle prescrizioni sulle misure di sicurezza integrative.
Come mai?
Chi doveva redigere quegli atti?
Pare che il provveditore alle Opere Pubbliche, Giuseppe D’Addato, sia in malattia e allora il mondo s’è fermato, non c’è stata la possibilità di completare la documentazione.
Si studiano soluzioni, si cercano alternative ma intanto i giorni corrono e il termine ultimo del 31 marzo è sempre più vicino.
Il tunnel maledetto necessita di ulteriori modifiche (e altri soldi, pare 4-500 mila euro ancora) ma quando sarà pronto per l’uso, risulterà un vero e proprio aborto.
Perchè non si potrà circolare oltre i 30 chilometri orari, anche nel tratto in discesa.
Alla faccia dello snellimento del traffico.
Sai che fumi inquinanti lì sotto e nei pressi delle aperture a inizio e fine tunnel?
Per questo dovrà essere installato l’apparecchio per il controllo elettronico della velocità.
Meglio andare a piedi, almeno non hai la targa e nessuno ti becca.
Poi l’installazione delle telecamere a circuito chiuso da collegare con la sala operativa dei vigili urbani, il montaggio di aeratori adeguati rispetto a quelli immaginati 15 anni fa, l’alloggiamento di sensori pluviometrici per segnalare la presenza di acqua nel tunnel, per non dimenticare la segnaletica stradale e i dossi artificiali a distanza variabile.
Vedrete, sarà un incubo percorrere quei 730 metri di tunnel. Così come lo è stato, negli ultimi anni, per i tantissimi commercianti che hanno dovuto cessare l’attività nelle zone limitrofe all’opera che ha fruttato benefici solo per progettisti, tecnici e ditte appaltatrici.
Il Comune di Avellino, nel caso in cui non dovesse essere rispettato il termine stabilito, rischia di dovere restituire i soldi per l’investimento non realizzato nei tempi previsti.